Nonostante siano passati vent’anni dalla sua scomparsa, è ancora vivo il ricordo del professor Adriano Bausola, studioso di filosofia morale e di storia della filosofia, allievo dei grandi filosofi dell’Ateneo dei tempi del fondatore padre Agostino Gemelli, come Francesco Olgiati, Amato Masnovo, Sofia Vanni Rovighi, Gustavo Bontadini, con il quale aveva discusso la tesi di laurea. Dal 1974 al 1983 fu preside della facoltà di Lettere e filosofia, e magnifico rettore dal 1983 al 1998.
L’anniversario della scomparsa il 28 aprile del 2000, causa lockdown, è stato celebrato il 9 dicembre con un convegno su piattaforma Teams, organizzato dal Centro di Ateneo di Bioetica e di Scienze della vita, in cui gli allievi hanno inteso ricordare il suo pensiero filosofico e l’esito dei suoi studi.
Le numerose relazioni sono state precedute dall’introduzione del rettore Franco Anelli che ha collocato tale commemorazione nell’ambito della missione culturale dell’Ateneo rilevando come la riflessione filosofica di Bausola abbia incrociato gli interrogativi della cultura contemporanea, distinguendosi per la sua sensibilità al presente storico, tanto da farsi coinvolgere nel ricoprire la carica di rettore, un ruolo che richiede l’assunzione di decisioni di carattere operativo. «Dopo il rettorato di Lazzati, Bausola scelse di non nascondere l’eredità di chi lo aveva preceduto in un periodo caratterizzato dalla tempesta delle ideologie. Negli anni della ripresa economica, Bausola si lasciò coinvolgere nell’attività gestionale. Ma oltre all’attenzione ai bilanci per recuperare stabilità economico finanziaria e alla cura dello sviluppo edilizio dell’Ateneo, considerava che stare al passo coi tempi non volesse dire conformarsi al secolo corrente in una società indifferente e secolarizzata. Così la Cattolica doveva accompagnare la crescita della sua cultura e reputazione insieme con una crescita spirituale, per un armonico sviluppo dell’Ateneo nella fedeltà alla matrice identitaria». Per questo, ha affermato ancora il rettore Anelli, Bausola è l’esempio di chi ha continuato a porsi delle domande prima ancora di cercare le risposte: «Un punto di riferimento, un testimone che ci accompagna nel secondo secolo di vita dell’Ateneo».
Studioso dedito a una ricerca disinteressata per raggiungere la verità e la libertà, attuata con saggezza, equilibrio, sottigliezza: è il ritratto del filosofo emerso dagli interventi di Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione, dove Bausola aveva insegnato quando ancora si chiamava facoltà di Magistero, e di Angelo Bianchi, preside della facoltà di Lettere e filosofia.
Su Bausola filosofo morale a tutto tondo circa i temi dell’etica in un tempo caratterizzato da indifferenza e indifferentismo si sono soffermati Adriano Fabris, presidente della Società Italiana di Filosofia Morale, Massimo Marassi, direttore del Dipartimento di Filosofia dell’Università Cattolica, Adriano Pessina, componente del Centro di Ateneo di Bioetica e di Scienze della vita e moderatore del convegno.
I numerosi interventi che si sono succeduti più che parlare di Bausola - «che non amava molto le celebrazioni» - hanno fatto parlare il filosofo Bausola, con l’ausilio di video che il professor Pessina ha recuperato con alcuni interventi bausoliani.
Come quelli di Michele Lenoci su “La fondazione metafisica dell’etica”, di Evandro Botto su “Le forme della libertà e la questione politica”, ancora di Adriano Pessina su “Etica e trasformazioni tecnologiche”. Nella sessione moderata da Roberto Diodato su “La filosofia di Adriano Bausola, tra etica e storia della filosofia” sono intervenuti Domenico Bosco, dell’Università degli Studi G. D’Annunzio di Chieti-Pescara che ha parlato di “Nostalgia della perduta grandezza. Bausola interroga Blaise Pascal”. Dario Sacchi si è soffermato su “Bausola e lo storicismo di Benedetto Croce”, Roberto Gilardi, dell’Università degli Studi di Padova ha proposto una relazione dal titolo “Fini ultimi, verità e libertà. Bausola oltre Karl Popper”.
Insomma, l’esame della sua opera e degli autori studiati, i riferimenti al suo ruolo di intellettuale, attivo nelle istituzioni civili ed ecclesiali, consentono di dire che Adriano Bausola rappresenta una parte importante della nostra storia.