La progressiva digitalizzazione delle imprese e del mercato è certamente tra i temi centrali della nostra attualità, in grado di impattare su prodotti, servizi, ecosistemi aziendali e modelli di business, al punto da determinare una decrescita di questi ultimi se non adeguatamente perseguita (qualche esempio: dai servizi bancari evoluti in sistemi di homebanking, sino all’acquisto di prodotti online).
Proprio per andare incontro alle esigenze di un mercato del lavoro in rapida evoluzione, avido di nuove figure professionali competenti in materia, la facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, in collaborazione con Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, ha attivato il nuovo corso magistrale in Applied Data Science for Banking and Finance. L’obiettivo? Formare figure professionali che si occupino della raccolta, elaborazione, presentazione dei dati, in grado di proporre soluzioni innovative a supporto delle decisioni strategiche dell’impresa.
La presentazione ufficiale è andata in scena giovedì 8 ottobre, durante le lezione aperta-webinar “Deloitte per la trasformazione digitale”.
Il professor Maurizio Paolini, preside della facoltà di Matematiche così saluta l’avvio del neonato corso magistrale: “L’evento di oggi è un perfetto momento inaugurale, siamo nel mezzo di una trasformazione digitale che andrà governata poiché il futuro può prendere una direzione o un’altra anche in base alle scelte del presente. Il campo scientifico è da sempre quello che si cela dietro alle trasformazioni e il corso che presentiamo oggi è il nostro contributo come facoltà alla società”.
Un entusiasmo ripreso anche dalla preside della facoltà di Scienze Bancarie, finanziarie e assicurative, Elena Beccalli: “Questo momento di riflessione sulle trasformazioni imposte dal digitale per il nostro Ateneo coincide con l’avvio di una grande collaborazione. Mi riferisco non solo all’ottima reputazione di Deloitte ma anche e soprattutto alle grandi opportunità formative che questa azienda offrirà ai nostri studenti in termini di contatto anticipato col mondo del lavoro, grazie a stage e workshop, e per questo il mio ringraziamento è sentito e diretto. Da oggi abbiamo la possibilità di formare esperti di una delle professionalità maggiormente richieste dal mercato, ovvero data scientist con competenze anche sul mondo della finanza, delle banche e delle assicurazioni, in grado di elaborare dati tenendo conto del contesto ove saranno collocati” ha concluso la preside.
Nel merito dei temi della collaborazione è entrato Stefano Dell’Orto - Ad di Deloitte & Touche S.p.A. “Da sei anni l’azienda si trova nel Board di facoltà - Mondo del lavoro (il comitato di indirizzo della facoltà che persegue il rafforzamento del legame con imprese e composto da autorevoli protagonisti della comunità finanziaria nazionale ndr), lavorando con l’Ateneo nell’analisi dell’offerta formativa, fornendo input e spunti. Eppure ciò che presentiamo oggi rappresenta una svolta non solo a livello di offerta formativa, ma anche per noi che questi profili informatici li cerchiamo fortemente, spesso senza riuscire a trovarli. Alla base della partnership abbiamo tre motivazioni: vogliamo restituire al mondo universitario quello che abbiamo ricevuto in termini di benefici; fra gli obiettivi della nostra Fondazione Deloitte v’è quello di supportare il settore dell’istruzione in grado di cambiare il Paese; ultimo, ma non per importanza, per ogni neoassunto investiamo circa 500 ore di formazione, pertanto supportare attivamente questo corso ci consente di iniziare prima e guadagnare tempo” ha concluso l’Ad Dell’Orto.
Sull’importanza dell’innovazione e dell’analisi dei dati per Deloitte, ma non solo, si è soffermato Enrico Gazzaniga – Partner Deloitte & Touche S.p.A. Financial Services Industry. “Innovazione e analisi del dato sono due temi strettamente connessi. Per Deloitte innovare non è una scelta bensì una necessità poiché qualunque impresa se non innova muore, e la storia delle nostre due realtà – la Cattolica alla soglie del 100° anno dalla sua fondazione e Deloitte al 175° - ne è la prova. Per quanto concerne i dati l’analisi è il primo degli aspetti da considerare, mentre l’interpretazione degli stessi è il secondo. I dati sono ovunque, il loro uso è sempre più predominante anche in una logica predittiva dei consumi. Pensiamo al lockdown appena trascorso: le aziende che sono esplose sul mercato sono proprio quelle che lavorano con i dati, nessun imprenditore oggi può prescindere da un’analisi dei dati quantomeno quantitativa”.