Quale sarà il futuro dell’Europa? Dopo gli esiti delle Elezioni europee, Cattolicanews ha chiesto un commento a caldo ad alcuni docenti dell’Ateneo
di Laura Zanfrini *
Gran parte degli osservatori concorda sul fatto che è alla questione immigrazione che va in buona misura ascritto lo straordinario risultato elettorale della Lega e di Salvini. Piuttosto che riproporre considerazioni mille volte sentite, mi sembra però utile ragionare sull’insuccesso dell’ampio “fronte anti-salvinista” e sull’effettivo impatto di un “discorso pro-immigrati” che ha finito, inconsapevolmente, con l’appropriarsi di argomenti xenofobi o addirittura, se non proprio razzisti, certamente distanti dai principi universalistici che dovrebbero costituire il vessillo identitario dell’Europa.
L’insistenza sui numeri degli sbarchi (e la corsa a ascriversi il merito della loro riduzione), sul bisogno di lavoro duttile e a buon mercato, sul vantaggio di un’immigrazione che cura i “nostri” anziani e paga le “nostre” pensioni non sono, a ben guardare, argomenti che alimentano la convinzione che meno immigrati arrivano e meglio è, la paura che gli immigrati “rubano” il lavoro e fanno scendere i salari e, non da ultimo, l’idea di una società duale, fondata su una struttura razzializzata delle opportunità e sulla contrapposizione tra “noi” e “loro”?
Non si tratta, dunque, di argomenti in palese contraddizione con l’evidenza empirica di una società italiana (ed europea) in cui una quota sempre più rilevante della popolazione è immigrata o d’origine immigrata? Una società che ci pone di fronte alla necessità di mettere a tema la sostenibilità nel lungo periodo dei percorsi di integrazione, insieme a quella di imparare a pensarci come una società molto più pluralistica di quanto i miti nazionalistici abbiano preteso di rappresentarci.
* docente di Sociologia delle migrazioni e della convivenza interetnica