Dalla raccolta differenziata all’allaccio alla rete locale per evitare l’utilizzo di grossi generatori, dalla preferenza per materiali di scena di seconda mano allo smaltimento intelligente dei costumi. E ancora, il catering con prodotti a km 0 con stoviglie e cialde del caffè compostabili, gli alloggi situati a poca distanza geografica e la condivisione dei mezzi di trasporto della troupe per risparmiare carburante. Senza dimenticare il meticoloso lavoro di rendicontazione, finalizzato alla misurazione del livello green della performance e all’ottenimento della relativa certificazione.
Di questo e di molto altro si occupa Ludovica Chiarini - 26enne laureata al Dams dell’Ateneo bresciano prima di volare a Malmö, in Svezia, per un master sulla transizione delle professioni dell’industria verso la sostenibilità - tra le primissime in Italia a svolgere la professione di Manager della sostenibilità ambientale per il cinema e Responsabile del protocollo EcoMuvi per la casa di produzione italiana Tempesta.
Un lavoro che, come si può facilmente intuire, mixa l’attività condotta sul set cinematografico all’attualissimo tema ambientale ma, nel concreto, di cosa si occupa un Manager della sostenibile per il cinema? Lo abbiamo chiesto a lei.
«Si tratta di attuare una serie di azioni finalizzate all’efficientamento energetico e alla riduzione dei rifiuti per ogni reparto di cui si compone la produzione: dal viaggio all’approvvigionamento, allo smaltimento dei materiali, dalla stesura di una politica ambientale in accordo con le necessità di script, tempi e location, alla verifica del rispetto del protocollo - spiega Ludovica. - Questo significa pianificare il tutto dalla pre alla post produzione, a partire da prima dell’arrivo della troupe nel luogo in cui si svolgeranno le riprese sino alla gestione dell’imprevisto in loco, fermo restando che la difficoltà principale del mestiere è proprio quella di operare su progetti ogni volta diversi e che necessitano di soluzioni di sostenibilità elaborate ad hoc. Ultimo, ma non per importanza, è il lavoro di rendicontazione finale dei risultati. Quanti km di carburante abbiamo risparmiato? Quante ore è stato acceso il gruppo elettrogeno? Quanta plastica abbiamo evitato di utilizzare? Non si tratta di un calcolo fine a sé stesso: parte del mio lavoro consiste nel fornire giustificativi e dati per supportare l’ispettore di un ente terzo che si occupa di certificare il livello di sostenibilità del film» precisa Ludovica.
Qualche esempio? Sul set di “Lazzaro felice” - con Alba Rohrwacher e Nicoletta Braschi (prodotto da Tempesta con Rai Cinema), premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes 2018 e terzo miglior film 2019 secondo Il Guardian - nel ruolo di Responsabile del protocollo EcoMuvi Ludovica ha lavorato su 63 giorni di riprese distribuiti su tre città, con una media di 70 membri della troupe, un cast comprensivo da due a 100 persone e sei milioni di budget, riuscendo a fermarsi ad 80 tonnellate di Co2 equivalente. «Senza l’adozione del protocollo ne avremmo generate quasi 250, inoltre il 67% dei costumi è stato donato, così come il 51% delle scenografie, e abbiamo evitato la produzione di 370 chili di rifiuti di plastica».
Risultati notevoli, frutto di un interesse sviluppato a partire dalla sua tesi di laurea triennale sul tema delle pratiche produttive sostenibili in ambito cinematografico.
«L’analisi condotta mi ha portato ad intervistare i professionisti italiani pionieri del settore. Tra questi la casa di produzione Tempesta Film, autrice del protocollo EcoMuvi, un vademecum per la sostenibilità dei set, ad oggi l'unico certificato in Italia - ricorda Ludovica. - Successivamente, dopo la laurea ho lavorato come segretaria di produzione alla commedia “Tu mi nascondi qualcosa” con Rocco Papaleo, tanto è bastato per rendermi conto di quanta strada vi fosse ancora da fare per ragionare in termini di ecologia e sostenibilità. Così ho contattato nuovamente Tempesta: all’epoca stavano per iniziare le riprese di “Lazzaro felice”, avevano già elaborato il protocollo EcoMuvi (che è gratuito e può essere scaricato dal sito della casa di produzione) ma non avevano individuato una figura che se ne occupasse in via esclusiva. Così sono diventata la loro Responsabile di protocollo».
Sempre insieme a Tempesta Film, oggi Ludovica è in partenza per la Sardegna, dove si svolgeranno le riprese del film “Dall’Interno” di Leonardo Di Costanzo (nel cast Alba Rohrwacher, Toni Servillo e Silvio Orlando).
Agli studenti desiderosi di intraprendere una carriera similare alla sua consiglia: «Occorre tenersi aggiornati da un punto di vista normativo ma anche avere pazienza e perseveranza poiché scegliere di lavorare in un ramo così specifico presenta aspetti positivi e negativi. In Italia c’è ancora molto margine di lavoro nel settore, tuttavia non essendo ancora un prassi consolidata non è facile trovare qualcuno che ti guidi nell’imparare il mestiere».
Inoltre di questi tempi, fatti di cinema e teatri chiusi e professionisti dello spettacolo costretti a fermarsi, una domanda è d’obbligo. Quale ha impatto ha avuto la pandemia sulla professione? «Durante il primo lockdown, finché le produzioni sono state bloccate mi sono dovuta fermare anche io - afferma. - Ma dopo che la Anica - Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, ha elaborato le linee guida anti-Covid con le norme da seguire per la prevenzione del contagio sul set, sono emerse molte similitudini tra i due protocolli. Sicuro e sostenibile al lato pratico si assomigliano, e così una produzione o un set che lavorano in modo sostenibile sono già naturalmente inclini al rispetto delle norme» conclude Ludovica.