Un contesto prestigioso per un viaggio culturale stimolante, aperto a un pubblico esperto ma non solo. La Scuola di Alta Formazione in Filologia moderna, nata alcuni anni fa come corso rivolto a specialisti, prosegue tra marzo e maggio 2015 con cinque conversazioni gratuite ospitate dalla Biblioteca Ambrosiana.
«La Scuola offre alle persone, che godono di una buona preparazione, un approfondimento del rapporto tra linguistica e filologia per giungere all’edizione di testi corretti – spiega Giuseppe Frasso, docente di Filologia moderna e direttore del dipartimento di Studi medievali, umanistici e rinascimentali dell’Università Cattolica - . Dovrebbe aumentare le loro conoscenze e permettere una migliore organizzazione in un sistema funzionale allo scopo».
Gli incontri, dunque, sono rivolti principalmente agli esperti della materia? «Non esattamente, o meglio, non solo. La discussione sui testi suscita quei sani dubbi che sono propri di tutte le persone interessate a capire la volontà autoriale e a interrogarsi sul dove, sul quando, sul perché e sul per chi un testo è stato scritto. L’indagine storica si intreccia con quella letteraria».
È questo che lega i cinque incontri proposti quest’anno? «Esattamente. Il primo incontro affronta le problematiche relative al latino del medioevo e dell’umanesimo (e anche al greco), lingue nelle quali è scritta (non lo si deve dimenticare) una parte rilevante della letteratura italiana. Gli altri guardano ai testi di impronta toscana e a quelli delle molteplici varianti regionali. Inoltre si presterà attenzione alla filologia dei testi a stampa e a quella d’autore».
Un approccio utile anche per chi è interessato alle Summer School della Cattolica? «La filologia dovrebbe aiutare un lettore un po’ attento a domandarsi se il testo che ha davanti agli occhi è un testo sicuro; questo è il presupposto di ogni indagine letteraria da Dante a oggi».
Gli strumenti utilizzati per l’analisi del testo e la sua comprensione in relazione al periodo storico, possono essere riportati nella realtà di oggi con lo scopo di comprenderla meglio? «L’esercizio filologico, che guarda alla tradizione non come a una ripetizione stanca di modelli, ma come a un alimento per una continua crescita, aiuta a riflettere sulla parola, sulle parole; aiuta a coglierne le sfumature e a dare il corretto senso dei messaggi che trasmettiamo e che riceviamo».