di Giovanni Prati *
Conoscere e comprendere il Medio Oriente è un compito complesso per chiunque volesse analizzare seriamente quest’area, soprattutto dopo il fenomeno della Primavera Araba del 2011. Ma c’è un modo efficace e agile per cercare di affrontare l’argomento. La School of Global Politics 2014 dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri) mi ha offerto una chiave di lettura chiara ed efficace, senza mai cadere nel semplicistico o nel riduttivo, e si è dimostrata a misura di ogni tipo di studente o di figura professionale.
Io, per esempio, sono uno studente di Lingue e letterature straniere, a indirizzo Relazioni Internazionali. Fin da ragazzo ho prestato grande attenzione per la politica, l’economia, la società e la religione di questa regione, culla d’importantissime civiltà, crocevia di traffici commerciali e zona di assoluta preminenza nel panorama internazionale odierno. Ho scelto per due anni consecutivi il corso offerto dall’Aseri per tenermi aggiornato sugli sviluppi della Primavera Araba e per cercare di comprendere i nuovi equilibri che ne sono derivati.
Ciò che mi ha spinto a frequentare la School of Global Politics sono le discussioni dirette con i più importanti studiosi della regione di tutto il mondo, in cui è stimolata l’azione attiva dello studente. La terza edizione del corso organizzato nel mese di maggio, proponeva cinque incontri con altrettanti docenti di prestigio internazionale: Mahmood Sariolghalam, Shahid Beheshti University, Tehran; Georges Corm, Saint Joseph University, Beirut; Bahgat Korany, The American University in Cairo; Fadia Kiwan, Saint Joseph University, Beirut e Mehran Kamrava, Georgetown University's School of Foreign Service in Qatar, Doha.
Il punto di vista offerto non è meramente accademico, l’apprendimento non è stimolato attraverso manuali e libri, ma dalle riflessioni più interessanti di chi vive ogni giorno il Medio Oriente sulla propria pelle. Il ciclo di incontri, con un calendario a cadenza settimanale, ha offerto una panoramica sull’economia, la politica, la storia e la società dei grandi attori medio-orientali, fornendo un quadro ampio, trasversale.
E poi, gli appuntamenti in Aseri sono stati l’occasione per conoscere un’altra opportunità che, nella scia dei temi affrontati, sarà proposta da gennaio: il master in Middle Eastern Studies. Riccardo Redaelli, direttore di questo programma, e Vittorio E. Parsi, hanno presentato un percorso che «fornisce competenze specifiche per tutte quelle carriere che, in modo diretto o indiretto, sono interessate a questa regione sempre più al centro delle dinamiche internazionali». Con la possibilità di lavorare su questi temi per un intero anno: sei mesi d’aula, internship e project work finale.
In futuro mi piacerebbe continuare a occuparmi professionalmente del Medio Oriente. Ora, forte delle conoscenze che ho sviluppato grazie alla proposta dell’Aseri, posso affrontare con maggiore consapevolezza i prossimi passi del mio percorso di studi. Più avanti si vedrà.
* Studente del Corso di Laurea in Lingue e Letterature Straniere, indirizzo Relazioni Internazionali, Università Cattolica del Sacro Cuore