Entrare nella psiche delle persone attraverso una quadro è come accedere attraverso un sogno. Le immagine e la pittura costituiscono infatti un accesso privilegiato alla mente. Un percorso seguito da due master dell’Alta Scuola di Psicologia (Asag) dell’Università Cattolica, che utilizzano il metodo della pittura come strumento di intervento clinico. Si tratta del master di Assessment Terapeutico, al cui interno è proposta l’Intervista Clinica Generazionale come strumento di valutazione clinica del legame di coppia e di famiglia, e del master in Clinica di Coppia. Quest’ultimo è riservato a psicoterapeuti che vogliano acquisire una “expertise” specifica di incontro clinico-psicoterapeutico con la coppia. Anche in questo caso tra le tecniche di lavoro utilizzate compaiono quadri di paesaggio e quadri di coppia.
L’attenzione al mondo delle immagini, con particolare riferimento alla pittura, viene dalla ricerca che il professor Vittorio Cigoli conduce da molti anni e che l’ha portato anche a collaborare alla stesura di cataloghi di grandi mostre curate da Marco Goldin, ospite dell’Asag per un dialogo a due voci lo scorso 14 novembre. Di certo l’immagine di paesaggio si presta a smuovere i sentimenti di persone, coppie e famiglie. Associare su immagini e produrre immagini ha comunque una lunga storia di “cura”, fin a partire da Aristotele. Né va dimenticato che i grandi maestri della pittura sono studiosi non solo di tecnica pittorica, ma anche di filosofia e di scienza.
Goldin, organizzatore da molti anni di “grandi mostre” visitate da oltre otto milioni di persone, attraverso alcuni quadri presenti alla mostra di Verona “Verso Monet, la storia del paesaggio dal 600 al 900”, ha condotto il pubblico a entrare in sintonia con il mondo degli affetti che da essi emanano con una capacità straordinaria di coinvolgimento.
Vittorio Cigoli, sempre servendosi di quadri di paesaggi di pittori più o meno famosi, ha evidenziato la presenza di “luoghi ameni”, di “età dell’oro”, di “sacralità dei luoghi”, di tempo mitico, di tempo di attesa, di tempo di meditazione, di tempo di trasformazione, di tempo di caduta e di tempo di rigenerazione. Ha aperto l’intervento il riferimento, tramite quadri di Klimt e Monet, a due alberi sacri, la betulla e il salice.
In particolare il direttore di Asag si è soffermato su due quadri di Wyeth e Hammershøi utili a figurare il sentimento di sospensione d’anima, vale a dire uno stato di attesa che si colloca tra il respiro e la sua mancanza, cioè tra la vita e la morte. Infine, attraverso una serie di quadri “tonali” di Rothko, ha evidenziato come sia possibile attivare una ricerca clinica che abbia come suo obiettivo far emergere i sentimenti cruciali di persone, coppie e famiglie.