"Dovete avere fiducia nel futuro, la stessa con cui avete scelto il corso di laurea in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane". Questo il messaggio che il prof. Pierluigi Malavasi, coordinatore scientifico, ha rivolto agli studenti che si sono dati appuntamento a palazzo Loggia per l’evento inaugurale del corso.
L’attualità, incerta e sospesa, dell’impatto che avrà Covid-19 sul mercato del lavoro, nei diversi ambiti dei servizi educativi e della formazione, della consulenza e della progettazione pedagogica chiede un’attenta riflessione sul futuro di questa professione. E’ evidente la necessità di riorganizzazione e riprogettazione dei servizi e delle politiche formative e di istruzione, del welfare e del lavoro.
“Il pedagogista deve stare sul territorio, deve essere aperto alle persone che incontra – ha precisato Domenico Simeone, direttore della Cattedra Unesco dell’ateneo. L’atteggiamento del pedagogista trova la sua forza non nel progetto
ma dentro di sè, è quella che gli dà la forza di entrare in relazione con l’altro”.
“La riflessione pedagogica deve orientare meglio il suo modo di pensare per tracciare nuovi pensieri di sviluppo – incalza Luigi Pati, preside della facoltà di Scienze della Formazione. Il pedagogista oggi deve acquisire competenze di
problem solving, deve saper pensare, progettare, comunicare e poi intervenire.
L’avvio della seconda sezione dell’evento, alla presenza degli studenti del secondo anno, è stata affidata a Alessandra Vischi, co-direttore del corso di laurea magistrale e a Monica Amadini, coordinatrice scientifica del corso di
Scienze dell’educazione e della formazione della sede di Brescia.
Spazio poi alla lectio di Emilio Del Bono, sindaco della città di Brescia, che prende avvio sull’importanza di investire in educazione e formazione. “Servono competenze e conoscenze per far si che la società non vada in frantumi ed avere paradigmi condivisi; per queste serve lavorare sulla formazione delle persone. Siate creativi e innovativi, dovete fare fatica per acquisire conoscenze, mantenete una mente aperta, mettete da parte i pregiudizi prima di aver analizzato la situazione. Per condurre bisogna ascoltare e gestire i conflitti, bisogna mediare perché la democrazia, come diceva spesso Mino Martinazzoli non è un pugno sul tavolo ma un processo maieutico. Anche a Brescia c’è molto bisogno perché “siamo sempre più informati ma meno formati. Nella pubblica amministrazione dove l’età media dei dipendenti è di 54 anni e di 60 per i dirigenti, c’è bisogno di mantenere viva la motivazione. Sono temi centrali che hanno a che vedere con la produttività e la competenza”.
Nel corso della mattinata spazio anche agli interventi dei tutor di tirocinio e ai docenti del corso.