di Giorgio Cannetti*
Per gli studenti del Collegio Nuovo Joanneum il cineforum rappresenta un tradizionale appuntamento che scandisce la vita di collegio, rappresentando un momento di ritrovo, di svago e di viva discussione per i collegiali.
Imperniato, quest’anno, attorno al tema dell’inclusione sociale (e del suo opposto, ovvero l’emarginazione), il cineforum, organizzato dalla commissione cultura, come le altre iniziative di collegio ha dovuto fare responsabilmente i conti con la delicata situazione che stiamo vivendo, venendo infatti condotto a termine, come molte altre attività in periodo di pandemia, grazie all’utilizzo dei mezzi informatici con cui abbiamo imparato a fraternizzare durante i mesi di lockdown.
Le piattaforme di videoconferenza online hanno permesso in questi mesi, seppur in una maniera a cui non eravamo certo abituati, di mantenere i contatti con i nostri amici e colleghi e di seguire le lezioni universitarie, e hanno anche permesso di rendere fruibile a tutti i collegiali (presenti in sede o rientrati nelle proprie case) la visione integrale dei film scelti e la successiva discussione riguardo alle scene proiettate, i temi emersi e le impressioni suscitate in noi dalla visione della “pellicola digitale”.
La programmazione del cineforum si è così spostata sulla ormai nota applicazione Zoom, organizzandosi in quattro appuntamenti che hanno spaziato da un film cult del passato quale “Taxi Driver” (regia di M. Scorsese, con R. De Niro e una giovanissima Jodie Foster) al capolavoro recente del regista Sud-Coreano Bong Joon-ho, “Parasite” (film vincitore della Palma D’oro di Cannes 2019 e pluripremiato agli Oscar 2020), passando per un classico Disney “Il Gobbo di Notre Dame” e per un film francese forse meno noto ma altrettanto d’impatto “L’ottavo giorno”, che racconta le vicende di Georges, un ragazzo affetto da Sindrome di Down, del suo incontro con Harry e di come, da questo incontro, sia scaturita un’amicizia destinata a cambiare la vita dei protagonisti.
Al netto di qualche difficoltà tecnica nella proiezione del primo film (per smentire chi suole dire che i giovani abbiano una predisposizione innata per la tecnologia), gli incontri si sono svolti senza problemi e hanno riscontrato una notevole partecipazione da parte dei collegiali, incuriositi e attratti dall’originale modalità di svolgimento dell’attività, con un forte apprezzamento da parte di tutti i partecipanti.
Ciò che ha sempre contraddistinto il cineforum in collegio e che ne rappresenta certamente il momento chiave (anche in questa nuova veste “smart” e digitale) è senza dubbio la discussione "a caldo" dopo la visione del film: un bel momento di confronto tra collegiali, in cui vengono fuori pareri a volte divergenti ma che portano ad aggiungere nuovi punti di vista e chiavi di lettura diverse al film appena visionato. Tra gli scherzi soliti e la simpatia di qualche collegiale che si adatta al nuovo contesto (c’è stato chi, grazie ai filtri della webcam, si trovava nello spazio e chi, invece, fuori da un tempio Shaolin), vengono alla luce paragoni con film già visti, emergono approfondimenti seri sul film, e le scene chiave, nella loro complessità, vengono sviscerate a partire dal personalissimo sguardo di ciascuno. In questo modo, ad esempio, ognuno nel finale di Taxi driver avrà potuto leggere e interpretare qualcosa di diverso, decidendo poi di condividere la sua opinione con gli altri partecipanti e riscuotendo consensi o obiezioni.
È proprio questo che distingue l’esperienza del cineforum dal vedere, ad esempio, un film su Netflix da soli nella propria camera: il momento della condivisione.
D’altronde è proprio la condivisione di idee, di spazi, di eventi, di strumenti e di esperienze il fulcro della vita di collegio: è ciò che rende diversi e unici gli anni che noi studenti viviamo in queste mura, è ciò che ci permette di crescere dal punto di vista umano ed è ciò che porteremo con noi una volta concluso il nostro percorso in collegio.
Per questo, nonostante le doverose limitazioni alla vita comunitaria imposte dalla situazione attuale, ciò che mi sento di sottolineare è proprio il fatto che, anche nello svolgimento di questa attività, non sono venuti meno il sentirsi parte della famiglia del Nuovo Joanneum e lo spirito di condivisione che più ci contraddistingue e che ci rende orgogliosi in quanto collegiali.
* studente del quarto anno del corso di laurea in Medicina e Chirurgia