Economia e Medicina e Chirurgia. Sono state le due facoltà protagoniste giovedì 26 novembre sul palco digitale dell’Open Week Unicatt. Ad alzare il sipario la preside di Economia, la professoressa Antonella Occhino, alla guida della facoltà dal 1° novembre.
Ma perché oggi appassionarsi agli studi economici? È partito da questa domanda Luigi Scarano, studente della scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica, intervistando la preside Occhino. «Studiare economia vuol dire interessarsi alle vicende della vita reale, alla distribuzione delle risorse, delle opportunità, delle chance ma anche raccogliere le sfide che la distribuzione dei beni sul pianeta possono sollecitare, tra l’altro, in un momento così critico della vita globale». Ed è proprio quest’anno particolare che dovrebbe «stimolare e incuriosire» su come potere, con competenza ed esperienza, «operare nelle istituzioni, nelle aziende, nella società civile per lasciare con responsabilità il proprio segno in una logica di economia sostenibile».
Da questo punto di vista l’economia studiata in Cattolica – vale a dire in un’università fondata sui valori e con un orientamento al bene comune – aiuta. Questo anche grazie a piani di studio che offrono una solida base di «conoscenze» e di «competenze».
Cinque i corsi di laurea triennali a Milano: Economia delle imprese e dei mercati; Economia e gestione aziendale, Economia e gestionale aziendale (corsi tardo-pomeridiano-serali), Economia e legislazione d’impresa, il bachelor in lingua inglese in Economics and management. A completare la proposta formativa i percorsi interfacoltà: Economia e gestione dei beni culturali e dello spetaccolo, nel campus di Milano, interfacoltà con Lettere e filosofia, e il percorso di Economia e gestione dei servizi, nel campus di Roma, interfacoltà con Medicina e Chirurgia. «C’è una specularità e una corrispondenza tra le due sedi: i corsi sono omogenei e anche le modalità didattiche sono identiche, per permettere il miglior apprendimento. L’unica distinzione riguarda la specificità dei contesti territoriali», ha precisato la preside. Tra le novità del prossimo anno accademico c’è la possibilità per gli studenti di svolgere un semestre nel campus di Milano o di Roma. «Si tratta di un progetto nuovo cui partecipano le due sedi basato sulla consapevolezza che esperienze in contesti territoriali diversi arricchiscono già dal punto di vista delle soft skills». Ma per essere «interlocutori credibili» nella società occorrono anche hard skills, acquisite attraverso lo studio.
È anche cruciale lo stage curriculare per arricchire il bagaglio di esperienze. «Già nel triennio, per aiutare i nostri studenti a capire quello che vogliono veramente fare offriamo l’opportunità di svolgere un tirocinio». Va da sé che «la triennale apre al mercato del lavoro, ma consente anche la prosecuzione degli studi, con l’iscrizione a una laurea magistrale, a un master, a un’esperienza di studio all’estero», ha spiegato la preside. Inserimento nelle professioni, nelle istituzioni e nelle aziende, sia pubbliche che private, senza dimenticare il terzo settore, restano tra i maggiori sbocchi occupazionali della facoltà di Economia, con una specificità del management sanitario sempre più importante nella fase pandemica che stiamo attraversando.
D’altra parte la pandemia è stato un test importante per le Università. La testimonianza arriva dal professor Antonio Lanzone, presidente del corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia. «Siamo partiti da una concezione didattica completamente rivoluzionata che in realtà ci ha offerto spiragli di innovazione sempre più importanti che rimarranno come ricchezza didattica anche quando torneremo ad una situazione normale», ha osservato il professor Lanzone illustrando l’offerta formativa. «Questo accade ora nelle nostre nuove aule dotate di tecnologie innovative, con un’erogazione del sapere altamente digitale. Nella pandemia siamo stati capaci di utilizzare la piattaforma Blackboard, con cui eroghiamo la didattica a distanza, che ci permette un’alta interattività, in cui siamo in Europa i secondi fruitori del continente, grazie a iLab, il Centro di Ateneo che lavora insieme a noi per sviluppare tutte le potenzialità. Accanto a questo la didattica in simulazione che viene erogata principalmente nell’attività professionalizzante».
Spaziando dalla didattica frontale alla didattica simulata fino alle attività professionalizzanti, il professor Lanzone ha offerto una panoramica completa dei programmi e delle attività formative, declinate anche nelle attività di ricerca e di pratica clinica, grazie alla presenza nella sede di Roma della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. «Vivere e studiare nella Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica è un’esperienza ricca e integrale», ha aggiunto il professor Antonio Lanzone.
La presentazione è proseguita nel dettaglio con informazioni, caratteristiche e sbocchi professionali dei Corsi di laurea magistrali, triennali e triennali delle Professioni sanitarie della Facoltà, questi ultimi attivi non solo nel Campus di Roma, ma anche nelle sedi convenzionate su tutto il territorio nazionale. «Nelle sedi parallele formiamo i tecnici, gli infermieri, i fisioterapisti e tutti gli operatori non medici del futuro, in una raggiera che si connette intimamente con il campus di Roma e con il Policlinico Gemelli. È un’esperienza molto importante per noi poiché tutti acquisiamo anche la capacità di connetterci ad altri territori spesso non fortunati e che hanno bisogno del nostro aiuto, collaborando con validi colleghi e formando personale che domani migliorerà la Sanità Pubblica di quei territori».
«Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica è nel panorama delle eccellenze universitarie – ha proseguito il professor Lanzone - i nostri laureati si qualificano nei primi posti dei concorsi di Scuola di Specializzazione. Il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, che è divenuto un IRCCS, è un’eccellenza documentata della cura e dell’assistenza clinica. Ogni anno i nostri ricercatori pubblicano circa 2.400 lavori scientifici. Per la formazione degli studenti partecipare a queste attività scientifiche è fondamentale: la Ricerca rappresenta uno dei fattori che sempre aiuterà lo studente nell’aggiornamento e nella crescita professionale».
«All’Università Cattolica vi è un senso di comunità che unisce studenti e professori – ha concluso il professor Lanzone – e questo è un punto fondamentale, una dote forte per tutti. I ragazzi entrano qui molto giovani ed escono dall’Università come donne e uomini formati da una vera famiglia che fa della qualità e dell’accoglienza due ricchezze importanti per la formazione medica la quale è sì preparazione, ma anche empatia, è imparare a curare con misericordia, cioè imparare davvero a stare accanto al dolore. Queste caratteristiche sono quelle che cerchiamo di mantenere sempre per i nostri studenti. Qui si entra, si vive la medicina, ma si vive anche un ambiente totalmente formativo, mantenendo le radici forti e imparando la scienza del futuro».