Beirut (Libano), Doha (Qatar), Il Cairo (Egitto), Hanover NH (Usa), Milano (Italia), Barcellona (Spagna): docenti da sei Università nel mondo, per spiegare a studenti e ricercatori dell’Aseri, l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali della Cattolica, i mutamenti geopolitici nel Mediterraneo e nel Medioriente.
Dalle Primavere arabe a oggi, le regioni della costa nordafricana e dell’Asia minore sono considerate da studiosi ed esperti il punto di maggiore attenzione e frizione nelle relazioni economico-politiche internazionali. A queste dinamiche l'Alta Scuola ha dedicato un intero ciclo di seminari, Aseri Talks on Med Politics, con l’intento di proporre occasioni di confronto e di dibattito su temi che interessano in egual misura la vita degli studenti, dei docenti e dei professionisti.
A Michael Mastanduno, docente di Politica internazionale al Dartmouth College e da anni visiting professor dei master Aseri, abbiamo chiesto di analizzare la politica estera americana in relazione al Medioriente e al Mediterraneo. Nella videointervista (in alto) il professore americano spiega l’imbarazzo degli Stati Uniti che vorrebbero ritirare le truppe dalla regione mediorientale ma non possono farlo così velocemente, anche perché l’intervento è partito proprio dalla loro iniziativa. E conclude con uno sguardo alle prossime elezioni presidenziali americane: il consiglio del professor Mastanduno per il futuro presidente è quello di continuare a essere una forza per la stabilità e per lo sviluppo.