Didattica, fantasia, virtuosismo, con questi termini è possibile sintetizzare lo spirito dei concerti della decima edizione del Bachfest che hanno avuto luogo dal 18 al 21 marzo in Università Cattolica. Durante i quattro appuntamenti musicali, organizzati dal Coro e dagli Amici della Musica dell’Ateneo del Sacro Cuore, l’Aula Magna ha accolto tantissimi dei cultori della Musica di Johann Sebastian Bach che, sin dal Concerto d’inaugurazione del 18 marzo dedicato alle Sei Triosonate per organo, hanno potuto emozionarsi per il virtuosismo, l’eleganza della forma, la finezza della condotta melodica e tecnica dei singoli movimenti delle varie sonate, espressi con stile e perfezione da Alessio Corti, organista capace di esecuzioni magistrali su tutti i repertori organistici.
Nel concerto del 19 marzo Christine Schornsheim - interpretando con rigore il Primo libro del Clavicembalo ben temperato, esercizi per tastiera (clavicordo, clavicembalo) che richiedono non solo perfetta tecnica esecutiva, ma soprattutto robustezza di pensiero musicale, per riuscire ad evidenziare nell’arco dei 24 preludi e delle 24 fughe i sapienti giochi di scrittura ora contrappuntistica, ora polifonica - è riuscita a raccogliere attorno ai suoni “argentei” dello splendido clavicembalo “Vater” tutte le sensibilità didattiche che si potevano percepire nell’attenzione del raffinato pubblico che, memore di studi pianistici pregressi o attraverso l’utilizzo delle partiture, ha seguito con intensità i fantastici “esercizi bachiani” nella brillante interpretazione della professoressa di Lipsia. Quest’opera “giusta” e “compiuta”, così l’ha definita presentandola Angelo Rosso, direttore del Coro e degli Amici della Musica, ha il suo senso più profondo e il suo significato intrinseco nella forma musicale più tipica del Barocco: il preludio e fuga. Un’intera opera, considerata autentica summa della musica clavicembalistica, costituita da una serie di brani della stessa forma, non può considerarsi una semplice combinazione di tanti frammenti di bellezza ordinati secondo uno schema dato, ma deve essere invece intesa come un’unità vivente secondo quella segreta legge che regge ogni crescita diligente e ordinata. A fine esecuzione il pubblico, ammirato per la sua maestria esecutiva, ha tributato alla professoressa Schornsheim un lungo applauso riconoscente .
Durante la Veglia di Bach, tenutasi lo scorso 20 marzo presso la Chiesa Cristiana Protestante di Milano, il Coro dell’Università Cattolica e l’organista Alessio Corti, titolare dell’organo della Chiesa, hanno voluto rendere omaggio a Bach eseguendo pagine organistiche dello stesso e musiche d’organo e per coro e organo di Felix Mendelssohn e Heinrich von Herzogenberg, musicista austriaco, fervente ricercatore di musiche antiche e legato a Brahms da una lunga amicizia e da una intensa comunanza spirituale. La veglia – che ha avuto per tema: Agnus Dei/O Lamm Gottes – è stata introdotta dal prefetto dell’Ambrosiana mons. Franco Buzzi che già lo scorso anno inaugurò la stagione musicale con una riflessione teologica sul Paulus di Mendelssohn.
Un vivo successo e un velo di amarezza da parte del pubblico hanno accompagnato il Concerto del genetliaco di bach del 21 marzo, in quanto è stata annunciata la conclusione, dopo dieci edizioni, della rassegna bachiana, un’iniziativa riconosciuta ed apprezzata come un evento tra i più nobili ed elevati organizzati in questi anni a Milano. A proposito Angelo Rosso ha voluto precisato che il cambio della formula può costituire un momento di ulteriore crescita e interesse verso nuovi traguardi. Verità questa che ha sempre contraddistinto, per circa quarant’anni, l’impegno assiduo del Coro e degli Amici della Musica.