Un intenso contributo all’allargamento a Est dell’Unione Europea. Ma anche un importante impegno per la promozione e lo sviluppo del dialogo internazionale tra istituzioni e culture. Sono queste le principali motivazioni che hanno portato la facoltà di Scienze politiche alla decisione di conferire lo scorso 7 ottobre la laurea honoris causa in Politiche europee ed internazionali a Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco. Nata a Sofia nel 1952, laureata in Relazioni internazionali a Mosca e con un perfezionamento post-laurea nelle Università del Maryland e di Harvard, è la prima donna alla guida dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, incarico che ha assunto nel novembre del 2009.
Un conferimento, quello attribuito a Irina Bokova, accolto unanimemente dalla facoltà che ne ha voluto così premiare la sensibilità e la determinazione. Come pure la sua forte devozione al progetto europeo. «La sua azione con tenacia testimonia quanto occorra credere nella ‘indispensabilità’ del progetto europeo, che oggi, com’è noto, sta attraversando un momento di grave difficoltà», ha sottolineato il rettore Lorenzo Ornaghi nel suo intervento di apertura della cerimonia. «L’esperienza maturata nel corso dei molteplici e delicati incarichi svolti in passato – ha aggiunto il rettore -, la rendono la personalità più adatta a guidare un’istituzione il cui ruolo sarà sempre più decisivo nel sistema globale». Ciò grazie anche alla sua formazione culturale che, come ha ricordato il preside Alberto Quadrio Curzio, la colloca tra est e ovest, dandole la sensibilità di due culture del vivere europeo. «In un certo senso – ha dichiarato il preside - Irina Bokova rappresenta la sintesi delle diverse filiere seguite in questi ultimi anni dalla facoltà di Scienze politiche nel conferire le lauree honoris causa: quella della costruzione europea, quella delle istituzioni sovranazionali e quella delle democrazie in aree di frontiera. Il tutto connesso dal dialogo interculturale dentro il contesto del rispetto delle Istituzioni».
E il “dialogo delle culture” è stato uno dei leitmotiv della lectio magistralis pronunciata da Irina Bokova, intitolata: L’Unesco e i fondamenti del nuovo umanesimo. La direttrice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha sottolineato come vi sia sempre più la necessità di ritornare alle fonti di quell’umanesimo europeo basato sul principio della convivenza pacifica, di cui l’Italia e, in modo particolare Milano, sono state la culla principale.«Milano è la città in cui convivono Bramante e il Duomo – ha osservato -, in cui la spiritualità cattolica, impregnata di sensibilità gotica medievale, incontra la filosofia umanista. Il luogo in cui la moda e il design prolungano l’eredità di una città aperta alle tendenze del mondo. A suo modo essa rappresenta una scuola della diversità». Sullo sfondo c’è uno dei valori fondamentali che sono alla base dell’umanità, vale a dire la cultura. Infatti, secondo Irina Bokova la cultura, intesa nel senso degli umanisti italiani, costituisce uno dei pilastri fondanti su cui costruire una nuova comunità. «Ciò che gli umanisti italiani avevano intrapreso a livello di una città o di uno Stato, dobbiamo riuscire a realizzarlo su scala planetaria – ha precisato -. Le crisi mondiali sollevano problematiche considerevoli che nessun Paese può risolvere da solo. Di fronte a queste sfide comuni abbiamo bisogno di una governance mondiale, fondata su un’etica universale. Tutti i Paesi sono partecipi di una stessa mondializzazione. È necessario che ciascuno possa parteciparvi realmente e che nessuno ne sia escluso».
Ma nuovo umanesimo significa oltre che solidarietà, anche realizzazione di progetti concreti. «La ricostruzione del ponte di Mostar, che l’Unesco ha coordinato in Bosnia-Erzegovina, o la ri-erezione della stele di Axum – ha dichiarato la direttrice generale - , restituita dall’Italia all’Etiopia nel 2005, nonché la conservazione della città vecchia di Gerusalemme sono tutti esempi del potere guaritore della cultura». L’ultima parte della sua lezione, infine, Irina Bokova l’ha voluta dedicare agli studenti dell’Università Cattolica. «Indipendentemente dalla vostra specializzazione, che sia finanziaria, economica o politica, dovete essere convinti del ruolo strategico della cultura. Intesa in senso lato, con l’educazione e la scienza, essa costituisce uno dei pilastri dalla costruzione della comunità umana, fondamento di ogni azione a lungo termine al servizio dell’umanità».