L’équipe dell’Unità operativa di Chirurgia generale ed Epato-biliare del Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma, centro di eccellenza nazionale ed europeo nel campo delle patologie epato-biliari, diretta dal prof. Gennaro Nuzzo, ha vinto il primo premio per il miglior video di chirurgia epatica laparoscopica della Società di chirurgia italiana dell’ospedalità privata (Sicop). Il premio è stato conferito nel mese di aprile in occasione dell’XI Congresso Nazionale Sicop, a Roma, intitolato “20 anni di chirurgia laparoscopica”.
«Il video - spiega Felice Giuliante, dirigente della Uo semplice di Chirurgia Epato-biliare del Gemelli - presenta un’epatectomia sinistra per colangiocarcinoma intraepatico eseguita per via laparoscopica, una tecnica poco invasiva che prevede l'inserimento nell'addome “chiuso” del paziente di cannule in cui scorrono gli strumenti necessari all’intervento. Una telecamera introdotta in una delle cannule riprende la cavità, riempita precedentemente con anidride carbonica al fine di separare i vari organi presenti nell'addome. La laparoscopia rappresenta una tecnica di approccio diversa dalla chirurgia tradizionale, più rispettoso nei confronti del corpo del paziente, ma con la quale si devono applicare gli stessi principi della chirurgia epatica tradizionale».
Il premio è un ulteriore riconoscimento nazionale all’elevato livello tecnico raggiunto in chirurgia epatica dal gruppo del professor Nuzzo anche nell’approccio laparoscopico. «La laparoscopia – commenta il professor Gennaro Nuzzo - è entrata ormai a far parte del bagaglio culturale del chirurgo epato-biliare, ma è fondamentale che questa venga eseguita da chirurghi esperti di chirurgia epato-biliare tradizionale per mantenere la correttezza delle indicazioni all’intervento e per assicurare anche con la tecnica laparoscopica gli stessi ottimi risultati raggiunti dalla chirurgia epato-biliare “open”». «Oggi al Policlinico Gemelli vantiamo una casistica di oltre 150 epatectomie l’anno – conclude Nuzzo –, ma presto il nostro centro sarà in grado di superare i 200 interventi per anno, cifra che ci colloca ai primi posti in Italia per numero di interventi resettivi così come lo siamo già per la chirurgia biliare complessa».