Doppio riconoscimento per il professore Franco Riva, filosofo dell’Università Cattolica, e per i suoi i due ultimi lavori Filosofia del cibo e Filosofia del viaggio. I libri, pubblicati da Castelvecchi Editore rispettivamente nel 2015 e nel 2013, si sono aggiudicati il 15 maggio uno speciale riconoscimento della giuria nell'ambito dell'ultima edizione dei Premi "Italia da conoscere" (Vacanze in Italia e L'Italia delle Tipicità), banditi dall'Associazione Italiana del Libro con il patrocinio di Anci Res Tipica e di Federalberghi.
Nell’ultima pubblicazione del professor Riva dedicata al cibo si alternano focus storici («il divieto di mangiarsi l'un con l'altro inaugura il mondo umano sotto il segno della giustizia», Esiodo) e ironie sulla «doppia morale» dell'alternarsi di carnevali e quaresime, vacche grasse e magre, mangiare come elemento individualistico riscattato dal convivio. «L'uomo è ciò che mangia» di Feuerbach è un “tormentone”. Dopo riflessioni a tema food con Sartre e Kierkegaard, ecco Roland Barthes con il mito di bistecca e patatine, esemplare per il rapporto tra cibo e assimilazione del mondo nell’epoca della crudità e del prendere per sé. Che dire di chi inquina l'ambiente mangiando in compenso cibo biologico?
Il libro ha tre sezioni: Mangiare è una gran cosa (i paradossi del cibo, la tirannia dei bisogni e il conflitto globale grasso/magro); Incomprensioni alimentari (un viaggio tra cibo, letteratura - Petronio, Cervantes, Goethe, ecc. - e filosofia - Agostino, Weil, Lévinas, Nancy, ecc.); Corpi incerti (il corpo con le nuove prigioni e la sua ambiguità, che resiste a ogni manipolazione). «Il cibo non è solo mezzo e materia - dice Riva -. È lavoro, parola, pensiero, gioco, umanità, libertà, esistenza, responsabilità, salute, giustizia. Un essere con gli altri da non confondere con un banchetto».
Il secondo libro illustra la tesi che il viaggio è una presa di coscienza dell'altro, un'alterità che c'interpella e ci costringe al confronto. Oggi il viaggio è diventato uno slogan, una metafora abusata, spesso ridotto a un semplice spostamento, e può indicare tanto una vacanza organizzata quanto i trasbordi dei migranti. Franco Riva studia la fenomenologia del viaggiare e cerca di riportare al loro senso profondo le parole che la accompagnano: ospitalità, incontro, meraviglia, responsabilità, libertà. Il professor Riva guarda al viaggio nella vita privata, nelle dinamiche globali, nelle sue declinazioni esistenziali e letterarie, perché viaggiare è anche raccontare il proprio viaggio e perché viaggio e racconto condividono la stessa struttura.