Da un anno è il medico personale di Benedetto XVI. Ma, dal 2009, è anche alla guida della Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi. In questa duplice veste Patrizio Polisca lo scorso 24 maggio è stato ospite del Marianum dove, alla presenza del Rettore dell’Università Cattolica Lorenzo Ornaghi e dell’assistente ecclesiastico generale monsignor Sergio Lanza, ha incontrato i collegiali per raccontare la sua singolare esperienza professionale e per affrontare il tema del rapporto, non sempre semplice, tra medicina e miracoli.
Durante l’incontro dal titolo Miracoli e cause di beatificazione: il dovere della scienza tra fede e ragione, Polisca infatti ha illustrato i criteri medici attraverso cui la Consulta medica si pronuncia sulla natura miracolosa di un determinato avvenimento. In particolare, si è soffermato sui cosiddetti “miracoli di guarigione”, che restano la parte preponderante delle cause istituite per beatificazione e canonizzazione. Qual è il percorso da seguire per capire se un fatto è miracoloso? La metodologia attuata, ha spiegato Polisca, si basa su criteri scientifici, gli stessi che presiedono la ricerca. Il punto di partenza è sempre l’osservazione iniziale della manifestazione. Da qui, poi, si passa alla formulazione dell’ipotesi interpretativa alla quale seguono deduzioni e, solo alla fine della verifica, la decisione in merito alla spiegabilità scientifica o meno della guarigione. Questa, infatti, deve rientrare in determinati criteri, che nel corso del tempo sono variati e che nella formulazione stabilita da Benedetto XIV sono stati fissati nei termini di una forte sproporzione tra la guarigione e la gravità della malattia iniziale che appare inguaribile o difficilmente curabile; il mancato rapporto causale con la terapia praticata; la rapidità della risoluzione; la completezza della guarigione e la stabilità nel tempo della stessa, punto fondamentale che esclude la ripresentazione della stessa malattia nelle identiche condizioni. È a partire da questa documentazione medica che si istituisce il processo di beatificazione e canonizzazione, benché l’ultima parola spetti ai consultori teologi, alla sessione ordinaria dei cardinali e dei vescovi e all’approvazione definitiva del Papa.