E’ nato Osservatorio Senior, un luogo al tempo stesso virtuale e reale dedicato alla nuova popolazione di over 55, un punto di riferimento per le aziende, i media, le istituzioni e per gli stessi senior che sono coinvolti come lettori e come contributori di “storie personali” e commenti.
L’Osservatorio nasce sulla base della rivoluzione demografica in atto a fronte di un notevole allungamento della vita, e analizzando le “generazioni apripista”. Tra i 55 e i 65 anni, infatti, di solito avvengono quelle trasformazioni in diversi ambiti della vita (salute, lavoro, famiglia, psicologia) che prima segnavano l’ingresso nell’età anziana, mentre oggi definiscono l’inizio di una nuova fase di vita inesplorata.
Fondato da Enrico Oggioni, autore de I ragazzi di 60 anni, l’Osservatorio si avvale delle competenze di esperti, docenti universitari, associazioni, aziende che si fanno carico, a diverso titolo, di analizzare caratteristiche, bisogni, prospettive di questa fascia della popolazione in aumento e in continua evoluzione.
Longevità, lavoro, pensioni, consumi e stili di vita, alimentazione, salute, psicologia, nuove tecnologie, attività fisiche, rapporti intergenerazionali: questi i principali temi al centro della riflessione che verranno affrontati e dibattuti da Osservatorio Senior.
Alessandro Rosina, co-fondatore dell’Osservatorio e referente per l’aspetto della longevità degli anziani, è docente di Demografia in Università Cattolica. «Per dare il quadro della situazione si può dire che l’Italia è uno dei luoghi dove si vive più a lungo nel mondo - dice Rosina - e fuori dall’Europa solo il Giappone ha un’aspettativa di vita migliore. Rispetto alla media europea il nostro paese si pone 2,3 anni sopra per i maschi e 1,7 per le femmine». Indicativo è il dato che evidenzia come nel 1975 a 65 anni arrivava il 71,6% dei maschi e l’84,5% delle donne e a questa età l’aspettativa di vita era di 13,1 anni per gli uni e di 16,4 per le altre. Ora vi arriva l’88,3% degli uomini con una prospettiva di vita di altri 18,8 anni e il 93,3% delle donne con altri 22,2 anni da vivere. Del tutto normale, dunque, per chi arriva a 65 anni avere davanti altre due decadi di vita. «In pratica, aggiunge Rosina, se fosse una partita di calcio, oggi gli “adulti maturi” vincerebbero 4 a 3, mentre quarant’anni fa il risultato sarebbe stato esattamente opposto».
Oggi la popolazione italiana nella fascia 55-74 conta più di 14 milioni di persone sormontando di oltre un milione la fascia 15-34. Nel 2030 i senior saranno quasi 18 milioni mentre i giovani-adulti rimarranno fermi a 13 milioni.
Isabella Cecchini, direttrice del dipartimento di Ricerche sulla Salute e coordinatore scientifico delle attività di sviluppo della ricerca qualitativa di GfK Eurisko, e referente di Osservatorio Senior per consumi e stili di vita, ha esposto durante la presentazione i dati di un ampio studio realizzato su un campione di 10.000 persone rappresentativi della popolazione italiana over 14. All’interno di questa indagine il focus è stato posto in particolare sui 2.600.000 nuovi senior tra i 55 e i 74 anni con un reddito familiare superiore ai 1.500 euro, uno stile di vita sano, attenti all’alimentazione e che fanno attività fisica con regolarità. Secondo l’analisi, avvenuta tra il 1994 e il 2014, si è passati dal 5% al 18% di questa popolazione negli ultimi 20 anni. «Interessante vedere come dal ’94 sia aumentato del 50% l’orientamento alla prevenzione (controlli regolari sullo stato di salute, diminuzione del fumo e dell’alcool) - ha sottolineato Isabella Cecchini - e come sia cresciuto del 50% il numero di persone che svolge attività fisica. Da sottolineare è anche l’attenzione dei nuovi senior ad assumere molte verdure, ridurre il consumo di grassi e zucchero e l’apertura alla cucina straniera.» In conclusione i nuovi senior hanno meno problemi di salute e dal punto di vista psicologico appaiono più sereni ed appagati, finalmente liberi di dedicare più tempo ai propri interessi.
Anche il dato sull’occupazione emerso dall’analisi di Mida, partner dell'Osservatorio insieme a Yakult, raccontata da Giampiero Scilio rivela un quadro incoraggiante: la percentuale di nuovi senior che lavorano è passata dal 34 al 67 8 (+ 1,1 milioni di occupati) dall’inizio della crisi ad oggi. Le aziende ora pensano ai dipendenti 55enni come a persone che hanno davanti ancora quindici anni di lavoro, una prospettiva decisamente nuova.
Su tutte queste tematiche si apre un lavoro interdisciplinare che Osservatorio Senior implementerà grazie a ricerche, interazioni con i senior che racconteranno le proprie storie, lo studio della percezione che la società ha dei senior e quella che i senior hanno di se stessi perché ci possa essere un’adeguata comunicazione intergenerazionale.
MILANO