Il servizio civile non è uno scherzo, anche se a promuoverlo sono Leonardo Manera e Diego Parassole. I due comici di Zelig hanno prestato la loro immagine per far conoscere agli studenti della sede bresciana l’esperienza del volontariato. Un’ottima opportunità sia per educarsi al servizio verso gli altri, sia per mantenersi, visto che il servizio civile garantisce un compenso mensile di 434euro. L’iniziativa bresciana dell’11 maggio, che ha avuto un evento collegato a Milano il 13 con la partecipazione di Max Pisu e Rita Pelusio, è servita a offrire informazioni tecniche su come si accede ai bandi del servizio civile e qual è la procedura per diventare volontario. Claudio Di Biasi, presidente dell’Associazione Mosaico che ha promosso entrambe le iniziative, ha spiegato che per diventare volontario bisogna partecipare al bando annuale di selezione: il prossimo uscirà tra agosto e settembre 2010. La durata del servizio civile è di 12 mesi per un totale di 1.400 ore e bisogna scegliere con attenzione il progetto in cui ci si vuole impegnare. «La maggior parte dei progetti – ha aggiunto Di Biasi – riguarda l’assistenza, che si articola in molti sottogruppi come l’infanzia, i Cag, l’assistenza agli anziani o agli immigrati». In Università Cattolica sono attualmente in servizio 11 volontari, nove a Milano e due a Brescia, tutti impegnati nel Servizio Integrazione studenti disabili e studenti con dislessia. Il servizio può essere svolto anche all’estero: dura 10 mesi, perché due sono dedicati alla formazione in Italia, e comporta un compenso maggiore.
Una buona opportunità per gli studenti universitari, anche se pochi hanno risposto all’appello dei comici di Zelig in aula magna. «Una prima selezione c’è stata già in sala – hanno commentato ironicamente Manera e Parassole -: vuol dire che chi è qui è veramente interessato». Manera ha raccontato agli studenti della sua visita al carcere di San Vittore a Milano e di quanto abbia imparato dall’incontro con i detenuti: «Realtà che ci sembrano lontane – sottolinea- ci possono arricchire. Ogni tanto bisogna andare in direzioni diverse da quelle usuali. In carcere ho cercato di portare la vita che c’è fuori, ma allo stesso tempo ho ricevuto tanto». «Se avessi la vostra età – ha concluso – vorrei provare a vedere cosa succede facendo qualcosa di diverso. Non bisogna pensare che questo tipo di esperienza sia per gli altri, ma bisogna ribaltare l’ottica perché si fa innanzitutto per se stessi».