Negli ultimi decenni istituzioni, ricercatori, medici e aziende biotech hanno moltiplicato i loro sforzi nel tentativo di sviluppare e produrre terapie innovative adeguate e sicure per malattie non ancora curabili e ad alto impatto sociale. Una strada ancora lunga, che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e l’Università Cattolica del Sacro Cuore - Policlinico Universitario Agostino Gemelli hanno deciso di percorrere insieme attraverso un accordo di collaborazione da cui è nata, lo scorso 14 novembre, la società Xellbiogene.
«Il nostro obiettivo - spiega Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù e presidente di Xellbiogene - è quello di potenziare la ricerca e la sperimentazione per fare in modo che il maggior numero di pazienti passi dalla speranza alla cura».
«L’impegno per la ricerca è nel Dna dei medici del nostro Policlinico universitario che con i ricercatori della facoltà di Medicina e chirurgia cooperano quotidianamente per dare ai malati le cure più innovative - aggiunge Rocco Bellantone, preside della facoltà dell’Università Cattolica e vicepresidente di Xellbiogene -. Unendo le nostre forze con quelle dell’Ospedale Bambino Gesù moltiplicheremo gli sforzi per cercare e per trovare la cura migliore per ciascuna persona».
Xellbiogene si occuperà, nei propri laboratori, dello sviluppo e della produzione di farmaci biologici che verranno impiegati sia nella sperimentazione clinica di Terapie Avanzate (genica, cellulare, ingegneria tissutale, produzione di vettori virali e anticorpi) sia nelle terapie consolidate in ambito oncoematologico. Queste attività verranno svolte sia per gli ospedali fondatori che per enti di ricerca, aziende farmaceutiche, ospedali e charity.
Come spiega Marco Dieci, amministratore delegato di questa azienda: «Xellbiogene è una startup che entra da oggi nel settore delle biotech company ma, per certi versi, è già una grande realtà grazie ad un elevato know-how ed un consolidato portafoglio progetti. Potrà contare a Roma su due siti produttivi tra i più grandi d’Europa: uno presso il Policlinico Gemelli e l’altro presso l’Ospedale Bambino Gesù». Il progetto fa leva sui laboratori di questi due grandi ospedali, centri di eccellenza nell’ambito della ricerca finalizzata alla cura. «Questo consentirà, finalmente, l’avvio di tante sperimentazioni cliniche che fino a oggi sono rimaste ai blocchi di partenza - prosegue Dieci -. Nel corso del 2014 Xellbiogene avvierà le procedure per ricevere l’accreditamento da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per la produzione e il rilascio di prodotti medicinali biotecnologici. Nel primo trimestre del 2015 è previsto l’avvio delle attività a supporto delle sperimentazioni cliniche nel campo delle terapie avanzate, ma già nel secondo trimestre 2014 partiranno le attività nel campo delle terapie consolidate per il trattamento dei tumori del sangue come le leucemie».
La sperimentazione sull’uomo delle terapie basate sulle cellule staminali e sui vettori virali infatti richiede che i laboratori operino in conformità alle Good Manufacturing Practices (GMPs). Strutture di questo tipo in Italia sono poche e sono presenti soltanto nel centro nord del Paese. Le sperimentazioni cliniche saranno condotte nel più rigoroso rispetto delle Good Clinical Practices e quindi del paziente che da sempre è al centro dell’attività dell’Ospedale Bambino Gesù, del Policlinico Gemelli e, da oggi, di Xellbiogene.
La joint venture si presenta dunque come azienda biotecnologica focalizzata sulla produzione di terapie innovative (cellulari, geniche e ingegneria tissutale). La struttura godrà di una superficie di 4.000 mq di cui circa 1.200 mq dedicati alla produzione in aree classificate. Xellbiogene avrà in Roma due siti produttivi, uno presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nella sede di San Paolo fuori le mura ed uno presso il Policlinico Gemelli.
Intervento Giuseppe Profiti ( KB)
Intervento Rocco Bellantone ( KB)
Intervento Marco Dieci ( KB)