La musica, si sa, è un linguaggio universale. Da Londra a Zurigo, dal Messico alla Germania, passando per Milano, il suono, l’armonia e il ritmo sono strumenti in grado di unire ogni angolo della terra. Ne sanno qualcosa i membri del coro e dell’Ensemble di Note d’inChiostro, la community musicale dell’Università Cattolica diretta da Giampiero Innocente con il coordinamento cultural-accademico del professor Enrico Reggiani.
A ogni sessione di prove questi ragazzi, uniti dalla passione per la musica, scoprono che non serve parlare la stessa lingua per unire le proprie voci in un’unica armonia. Eva, Constantin, Leyla e Francisco sono solo alcuni degli studenti internazionali che partecipano a Note d’inChiostro e raccontano come abbiano portato con loro a Milano la stessa passione che coltivano in patria.
Eva ha 21 anni e viene da Vienna, dove studia teologia. È arrivata a Milano a ottobre per frequentare un anno di studi alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Ha cantato in diverse formazioni musicali non solo nella capitale, ma in tutta l’Austria.
«È difficile parlare dell’importanza della musica dove vivo. Nel mio Paese tra i giovani la passione per la classica non è diffusa, nonostante vi siano numerosi cori eccellenti, in cui cantano molti studenti. Credo che l’Austria abbia una maggiore tradizione di musica corale rispetto all’Italia, dove è più difficile trovare cori di laici ad alto livello».
Appartenente a una famiglia di musicisti, Eva ha vissuto sempre a contatto con la musica: «Ho sempre fatto parte di cori, fin da quando avevo 5 anni. Non riesco a ricordare un periodo della mia vita privo di musica». Note d’inChiostro le ha permesso di non abbandonare la sua passione, oltre che di conoscere persone con cui condividere anche il tempo libero: «Ho conosciuto ragazzi e ragazze molto simpatici che mi hanno accolto. Usciamo al venerdì sera per un aperitivo, e così mi esercito anche con l’italiano. Ma fare musica insieme funziona in ogni lingua».
Ne è convinto anche Constantin: «Il coro è un gruppo molto allegro, è un’esperienza di comunità. La musica è una lingua internazionale». Giunto a Milano da Monaco di Baviera, Constantin ha 25 anni e studia filosofia ed estetica. Il canto ha sempre accompagnato le sue giornate, grazie a un coro gregoriano e alla parrocchia, dove si esibisce. «In Germania la musica è fondamentale per fare festa in compagnia. Quando usciamo tra amici sulle spiagge del fiume Isar c’è sempre qualcuno che porta una chitarra. Tanti giovani hanno esperienze in cori o band di parrocchie, cittadine o scuole».
Per Leyla, ventenne di Zurigo e studentessa di Economia e Scienze Politiche all’University College di Londra, la musica è una prerogativa irrinunciabile, per cui è pronta a tutto: «Negli ultimi due anni a Londra ho dovuto smettere di suonare il pianoforte, non avendolo più a disposizione a casa, come ero abituata in Svizzera. Allora mi sono messa a suonare sui pianoforti scordati della stazione King’s Cross e ho continuato a cantare a casa. Fortunatamente ho avuto una coinquilina molto comprensiva».
Leyla sta svolgendo un erasmus della durata di un anno in Università Cattolica. L’esperienza londinese le ha permesso di capire che «la musica è molto presente e importante nella vita dei giovani sia in Inghilterra che in Svizzera, ma in un modo diverso. Ho trovato più musicisti e cantanti di alto livello a Londra, ma trovo che in Svizzera ci siano più giovani che suonano e cantano. Forse perché nel mio Paese si dà molto peso alla musica, soprattutto nei licei».
A Londra come a Milano, Leyla ha sentito l’esigenza naturale di continuare a cantare, ed è entrata in Note d’inChiostro: «Sentivo la mancanza di fare parte di un coro. Sono veramente felice della mia decisione perché mi ha dato l’opportunità sia di migliorare la mia tecnica che di incontrare tante persone fantastiche, sul piano musicale e personale».
Direttamente dall’America centrale, Francisco è venuto a Milano con il suo violoncello: «Per me la musica è talmente importante che l’ho portato con me dal Messico». Ha 23 anni e viene dall’università “Tecnologico de Monterrey” per studiare Marketing in Università Cattolica. L’attenzione dell’ateneo messicano per la musica classica gli hanno permesso di venire in Italia con una borsa di studio, «senza la quale non potrei essere qui», conferma entusiasta.
Francisco è membro dell’orchestra sinfonica della sua università: «La musica classica non è più popolare tra i giovani, ma l’orchestra contribuisce alla sua diffusione». Nonostante noti una minore attenzione verso il mondo della musica rispetto al suo ateneo di provenienza, Francisco è contento di avere l’opportunità di suonare con Note d’inChiostro: «È un’esperienza per poter continuare a coltivare la mia passione imparando cose nuove: dai concetti musicali all’italiano».