I teatri sono chiusi, ma la Scala non rinuncia alla sua Prima. Annullata causa Covid-19 la Lucia di Lammermoor di Donizetti, il tempio milanese della lirica inaugurerà, come da tradizione, la stagione il 7 dicembre con una Prima unica, mai vista fino ad ora nella storia della Scala. Non sarà infatti un’opera, ma un lungo programma di musica, canto e danza diretto dal maestro Riccardo Chailly e con la regia di Davide Livermore.
A riveder le stelle è il titolo dello spettacolo, che sarà trasmesso in diretta su Rai 1 e Radio 3, ed è ripreso dalle ultime parole dell’Inferno di Dante. Un omaggio per i 700 anni dalla morte del sommo Poeta, che ricorrono nel 2021, ma anche un messaggio di speranza affidato alla grande arte e ai suoi interpreti più importanti come ha spiegato il direttore Chailly: «Il senso della serata è quello di passare dall’oscurità alla luce, pertanto si parte con la maledizione di Rigoletto per finire con Rossini come catarsi». Una serata ideata e progettata quindi come un atto di fiducia e speranza per uscire dalla pandemia e iniziare un nuovo tempo post Covid.
Il programma della serata prevede 31 brani eseguiti da 5 compositori italiani e 3 stranieri, 25 stelle del canto, da Lisette Oropesa a Placido Domingo, l’étoile Roberto Bolle e i primi ballerini del corpo di ballo oltre, naturalmente, all’Orchestra e al Coro della Scala. Sarà una Prima davvero speciale con video e contaminazioni tra prosa e poesia, senza la presenza del pubblico in sala, ma dove la narrazione dello spettacolo si svolgerà in vari luoghi del teatro per consentire agli spettatori di Rai1 di vedere cantare e ballare alla Scala in luoghi inediti. L’orchestra sarà disposta in platea sopra una enorme piattaforma di legno che copre le poltrone della platea mentre i coristi si troveranno nei palchi.
L’originalità del programma della serata, sia nei contenuti così come nelle riprese e realizzazioni sceniche rimanda a una duplice finalità, come ha osservato il regista Livermore: «riaffermare la centralità dell’opera e della danza per la nostra cultura e la nostra identità, raccontando la loro capacità di intrecciarsi alla prosa, alla letteratura, alla vita civile e alle tendenze del nostro tempo».
Ne è convinta pienamente anche la professoressa Paola Fandella, docente della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, esperta di lirica e da sempre presente alle “Prime scaligere”.«Il Teatro alla Scala, come nessuna altra istituzione artistica al mondo, ha da sempre assunto un ruolo non solo di eccellenza nella creatività ma di riferimento e stimolo per la crescita culturale e civile. Ha rappresentato e rappresenta un modello di elaborazione e condivisione di spettacoli capaci di esaltare le eccellenze di professionalità uniche di cui il nostro Paese è ricco e di esprimere contenuti di grande forza morale». afferma la professoressa, sottolineando inoltre come «ancora una volta, e in questo triste periodo, il Teatro si è messo in gioco, capace ancora di stupire e di fare arrivare a tutti noi il proprio messaggio di nuova e rinnovata creatività». E a proposito dello spettacolo A riveder le stelle a cui assisteremo questo 7 dicembre Fandella è sicura che «ci farà capire quanto sia importante essere conoscitori e custodi della propria storia per esaltarne la bellezza e trarne ispirazione per ogni nuova sfida, e i numerosissimi artisti (praticamente tutto il mondo della lirica) che ci “accompagneranno” in questo percorso ne saranno dei testimoni memorabili».