Già dal ritiro della scorsa estate sono al fianco delle giovani promesse del Milan. E per due anni saranno parte integrante dello staff che segue ogni squadra del settore giovanile rossonero. Gli psicologi individuati dall’Alta Scuola di Psicologia “Agostino Gemelli” (Asag) dell’Università Cattolica - molti dei quali si sono formati nei chiostri di largo Gemelli o nel master in Sport e intervento psicosociale - sono, infatti, al lavoro al fianco dei mister grazie all’accordo siglato tra Ac Milan e Università Cattolica.

Si tratta di un progetto biennale suddiviso in due tipi di attività: un’équipe di professionisti, coordinati dalla direttrice dell’Asag e del master Caterina Gozzoli, è impegnata sul campo e affianca gli allenatori delle squadre, dai Pulcini alla Primavera. Un'altra équipe, seguita da Chiara D’Angelo, si occupa, invece, del Residence Milan in cui vivono i giovani calciatori provenienti per lo più da fuori regione.

«Il punto più interessante di questo accordo è l’assoluta sintonia con la società rossonera sull’approccio del progetto», afferma la professoressa Gozzoli. «Come gruppo di lavoro della Cattolica ci muoviamo in un’ottica psicosociale: parlando di ragazzi è fondamentale coinvolgere gli adulti intorno a loro, a partire da allenatori e dirigenti. Siamo convinti che sia possibile sostenere il talento solo se l’ambiente nel suo complesso condivide una visione capace di coniugare la prestazione del calciatore con la formazione della persona».

Per questo motivo è importante sostenere il ruolo dell’allenatore. «Il mister è una figura carismatica, soprattutto se è stato un calciatore. Allo stesso tempo è caricato di grandi aspettative da parte dei ragazzi» fa notare Antonella Costa, responsabile organizzativo del settore giovanile del Milan. «Inserire nello staff la figura dello psicologo è una mossa vincente per aiutarlo ad ampliare le proprie competenze: non solo tecnica, ma anche la giusta sensibilità per lavorare con ragazzi spesso lontani dalle famiglie, provenienti anche da Paesi stranieri e con vicende familiari differenti tra loro».

Un’impostazione che sfata anche i luoghi comuni sulle società calcistiche: «Ancora oggi si pensa ai club professionistici solo sotto l’ottica dello sport, senza accorgersi che sono anche organizzazioni complesse che vanno gestite sotto molti profili, compreso quello formativo. E il settore giovanile è un’organizzazione dentro l’organizzazione» spiega la direttrice dell’Asag. Nel caso del Milan parliamo, solo per le giovanili, di circa 300 ragazzi dai pulcini del 2008 ai 18enni della Primavera. Il settore in questi anni ha visto un grande lavoro di riorganizzazione, curato da Antonella Costa, che dal 2005 ha accentrato in un'unica sede - il Vismara - tutte le attività, compresa la residenza che ospita i “fuori sede” situata vicino al centro sportivo.
 
L’Università Cattolica punta molto su questo progetto anche per altri aspetti: «Creare occasioni di lavoro, soprattutto per gli studenti del master, ma soprattutto generare nuove conoscenze sul mondo dei club calcistici giovanili». A questo proposito è già in corso un’attività di studio/analisi tra tutti coloro che hanno frequentato il Residence per indagare i percorsi di ogni atleta e migliorare, di conseguenza, l’accompagnamento durante il tempo trascorso nella società.

E il Milan, cosa si aspetta? «Grazie all’apporto delle professionalità dell’Asag vogliamo migliorare sempre più il progetto e la permanenza dei giovani nel nostro settore giovanile - afferma Antonella Costa -. Le famiglie apprezzano questo servizio che fa la differenza tra noi e altri club. Ed è ciò che ci ha portato a preferire la Cattolica ad altri».