Il Convegno “Giovani cercatori di futuro”, che si è tenuto il 19 aprile 2012 presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia, ha centrato l’attenzione sul tema della giovinezza, secondo un approccio prettamente educativo. Le relazioni che si sono susseguite hanno visto la partecipazione di studiosi provenienti da diverse università italiane, facenti parte del gruppo di ricerca interuniversitario La.Pe. (Laboratorio Pedagogico), che hanno condotto una ricerca volta al favorire il miglior adeguamento della proposta educativa alla fascia giovanile di popolazione, quest’ultima da avvalorare come “età propizia per l’educazione”.
Nel corso del convegno, i vari interventi sono stati volti a enucleare alcune peculiarità dell’essere giovane oggi, in particolare evidenziando il tema della responsabilità giovanile, fortemente in crisi in un tempo svincolato da una logica progettuale. A ciò sono collegate due questioni educative fondamentali: qual è il ruolo dell’adulto nella società contemporanea e come l’espletamento delle sue funzioni ricada sull’educazione dei giovani. Sono proprio gli adulti, infatti, “la vera emergenza educativa”, che mette a rischio il futuro dei giovani a causa della condotta caratterizzata da irresponsabilità crescente e negazione del valore del futuro; le figure adulte ne sono anzi intimorite e si lasciano trasportare verso la vana ricerca di una eterna giovinezza. La comunicazione che intraprendono con i giovani è di “basso profilo e scarsa frequenza”, il che rende ancor più difficile l’instaurarsi di una relazione che abbia come perno la crescita e l’educazione del giovane attraverso la testimonianza adulta.
L’appello rivolto agli adulti consiste proprio nella necessità di avviare un diverso rapporto comunicativo con i giovani, mediante lo sviluppo di una rinnovata funzione di guida e mediante la disponibilità a un profondo cambiamento dell’orientamento educativo, volto a ridare ai giovani spazi di iniziative, autonomia e protagonismo nella società attuale. Gli adulti, in tal senso, devono essere in grado di modificare schemi e modalità relazionali, dimostrando profonda apertura nei confronti di ciò che i giovani possono insegnare loro. Gli adulti dovrebbero pertanto ricercare la possibilità di incentivare “comunità intergenerazionali riflessive” di “botteghe artigiane di co-costruzione del sapere”.
Soltanto attraverso questa presa di coscienza da parte dell’adulto sarà possibile intraprendere per il giovane percorsi di auto ed eteroeducazione, che lo conducano verso nuove forme di responsabilità nei confronti della propria persona e della società, in virtù della promozione di una cittadinanza attiva. In tal modo i giovani si accosteranno alla dimensione temporale secondo una nuova prospettiva, diventando abitatori del proprio tempo in modo costruttivo e consapevole per farsi “architetti” e “registi” della propria vita. Avremo così dei giovani con una visione positiva del futuro, capaci di porsi traguardi, governare la propria vita, in grado di custodire il passato, progettare il presente e costruire il futuro. Per farlo devono essere messi in grado di partire dai propri desideri e sogni, di poter scrutare il cielo e guardare le stelle che delineano il cammino; condizione necessaria affinché la società stessa possa pensarsi in una prospettiva futura.