Un evento che ha segnato uno spartiacque nella storia della Chiesa, letto attraverso la produzione di due case editrici cattoliche bresciane. Il Concilio Vaticano II ha rinnovato la teologia e riformato la teologia, ma anche inciso sul modo di pubblicare le opere dei principali interpreti del pensiero cristiano nazionale e internazionale. Dal Concilio, Morcelliana e Queriniana hanno tratto linfa per rimpolpare la propria attività e virare verso nuovi orizzonti. Questi argomenti sono stati affrontati, nei giorni scorsi, nell’aula Giacinto Tredici della sede bresciana dell’Università Cattolica, durante il convegno “Rinnovamento teologico e riforma liturgica. Il Concilio Vaticano II e l’editoria bresciana”, organizzato dalla facoltà di Lettere e filosofia e dal dipartimento di Scienze religiose.
Moderato dal direttore del dipartimento Gian Luca Potestà, il dibattito è stato animato nella prima parte dalle relazioni di Giovanni Vian, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, su “Il Vaticano II nel conflitto delle interpretazioni”, e Maria Paiano, dell’Università di Firenze, sul tema “Dal movimento liturgico alla Sacrosanctum Concilium”. Nella seconda parte spazio all’esperienza delle due case editrici bresciane. A raccontare le vicende della Morcelliana è stato una delle figure chiave dell’editrice bresciana, Giulio Colombi. «Con l’avvento del Vaticano II – ha osservato – ci fu una iniezione di rinnovamento, che portò la casa editrice a pubblicare sia le cronache dei lavori conciliari, sia i documenti ufficiali dell’assise, sia le opere dei principali protagonisti attivi del Concilio. La Morcelliana ha optato per una visione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Non quindi una Chiesa riflessiva e autoreferenziale, ma una Chiesa aperta alle novità e alla storia».
Il teologo Rosino Gibellini ha ripercorso i passi compiuti dall’altra editrice bresciana, la Queriniana, negli anni del Concilio. Al termine del quale la casa editrice cominciò a caratterizzarsi per una spiccato senso di internazionalità. «La teologia – ha chiosato Gibellini – rappresenta la fede che si fa solidale con il proprio tempo. La Chiesa è una comunità che, oltre a pregare, agisce, praticando la carità ed essendo quindi solidale col mondo». In conclusione dei lavori, Massimo Marcocchi, già docente di Storia del Cristianesimo in Cattolica, ha ricordato alcuni importanti personaggi nella storia di Morcelliana e Queriniana. A cominciare da Romano Guardini, «che fu introdotto in Italia dalla Morcelliana, dopo tanti incontri che ebbe con lui in Germania Mario Bendiscioli». Infine Marcocchi ha sottolineato lo stretto rapporto tra editori e autori nella ristampa dei testi in seguito al Concilio.