È notizia di questi giorni che la popolazione mondiale ha raggiunto la ragguardevole soglia dei sette miliardi. Non è possibile sapere con precisione dove sia nato il bambino che ci ha fatto raggiungere questo storico traguardo, anche se è subito nata una disputa tra Filippine e India per aggiudicarsi il primato. Ciò che è molto probabile, però, è che questa persona un giorno vivrà in una città. La popolazione umana si sta sempre più urbanizzando. È un trend sempre più evidente. In vaste aree del pianeta la maggior parte delle persone studiano, lavorano e vivono nelle città. Il convegno “La città fertile. Education, smart cities, energy for life towards Expo 2015”, che si è tenuto il 28 ottobre all’Università Cattolica a Milano, ha indagato, anche alla luce del sempre più imminente appuntamento di Expo 2015, il futuro di questi luoghi che «non sono solamente aggregati di edifici e di infrastrutture – come ha evidenziato il rettore Lorenzo Ornaghi nei suoi saluti iniziali –, ma anche e soprattutto relazione fra risorse naturali e lavoro dell’uomo».
Ma come dovranno essere queste città perché l’uomo possa viverci nel migliore dei modi? Come riuscire a preservare l’ambiente e allo stesso tempo garantire standard di vita adeguati per tutti? Quali comportamenti adottare affinché le megalopoli non prosciughino tutte le risorse del pianeta Terra? La città “fertile” potrebbe essere la risposta. «Fertile dal punto di vista della gestione sostenibile delle risorse, dell’efficienza energetica degli edifici, del ciclo di vita degli alimenti e della mobilità urbana» ha spiegato Pierluigi Malavasi, direttore di Alta Scuola per l’Ambiente, che ha organizzato l’evento in collaborazione con ExpoLab e il contributo di A2A. «Fertile – ha aggiunto Malavasi – identifica prima di tutto però la società civile, con il suo bisogno di relazioni buone e di pratiche virtuose». Città nuove, città diverse. Esempi di queste “smart cities” del futuro arriveranno sicuramente da Expo 2015. Tra i relatori del convegno è intervenuto anche Alberto Mina, direttore relazioni istituzionali e sviluppo del tema della manifestazione che si terrà nella città meneghina dal 1° maggio al 31 ottobre del 2015. «Le esposizioni universali sin dalla loro nascita sono manifestazioni finalizzate prima di tutto all’educazione – ha affermato il dirigente –, un tentativo di cooperare insieme per le sfide del futuro». Il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta, Energia per la vita” si concentrerà sul tema del cibo, ciò che forse «connota più di qualunque cosa l’identità di una persona», ha sottolineato ancora Mina. E l’importanza di questo elemento sarà ovviamente centrale anche nel definire le città del futuro.
L’introduzione ai temi dell’Expo ha dato il via a tutta la prima sessione del convegno incentrata su “Food management, marketing, Expo 2015” perché, come ha commentato Lorenzo Morelli, preside della facoltà di Agraria, «mangiare è una professione che dura tutta la vita». A tal proposito sono intervenuti due rappresentanti di aziende che in questo campo hanno dato esempio di best practice come Ferrero e La Linea Verde. La prima parte del convegno è stata chiusa dall’intervento del professor Roberto Zoboli, docente di Politica economica dell’Università Cattolica, che si è concentrato su altre due problematiche di grande rilevanza come quelle relative al consumo responsabile e alla catena distributiva.
Nella seconda sessione del convegno “Smart cities, mobilità sostenibile, green jobs” si è cercato di dare forma a queste città fertili. «Città tecnologiche in cui sarà di fondamentale rilievo l’eco-efficienza e l’utilizzo delle Ict, città a basso consumo di combustibili fossili, le cosiddette low carbon society, città ad ampia democrazia deliberativa, dove bisognerà essere consapevoli della continua necessità di ridefinire gli obiettivi da raggiungere», ha affermato un sociologo esperto di tematiche riguardanti l’urbanizzazione come il professor Enrico Maria Tacchi.
Anche la mobilità avrà ovviamente un ruolo centrale nel rendere “smart” queste città in termini di efficienza, creazione di esternalità di rete, integrazione delle funzioni urbane e riduzione dell’inquinamento. «Una mobilità che rispetti la libertà di muoversi, possibile per tutti, compatibile con un ambiente vivibile ed economicamente sostenibile per le aziende di trasporto», ha precisato Lanfranco Senn, docente di Economia Regionale alla Bocconi. Sul tema della mobilità, ma non solo, è intervenuto anche Bruno Villavecchia di Amat (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio) e Giorgio Beghella Bartoli, direttore tecnico dell’autodromo di Monza. La città dei motori è sempre stata luogo privilegiato di sperimentazioni. In collaborazione con l’Università Cattolica è stato avviato un programma (progetto Mo.mo) sulla mobilità sostenibile, riguardante in particolare le auto elettriche, altro tema di grande attualità. Nella sessione pomeridiana del convegno “Energia per la vita. Innovazione, sviluppo, educazione” è intervenuto anche il sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico, Stefano Saglia.
Moltissime dunque le sollecitazioni emerse durante il convegno. Linea guida a cui bisognerà fare necessariamente riferimento per costruire nuove città e nuovi modi di vivere, maggiormente in sintonia con l’ambiente che ci circonda. Questa l’unica via, come ha ricordato il preside della facoltà di Scienze della formazione Michele Lenoci, per il concretizzarsi di quel principio di responsabilità verso le generazioni che ci seguiranno – teorizzato da Hans Jonas già nel 1979 – che dovrà essere alla base delle società e delle città quindi del futuro.