Un’esortazione a dare alla fede il peso che si merita. Perché la fede cristiana non è una distrazione dal mondo ma la domanda cruciale sul mondo e sulla vita. Papa Benedetto XVI, in una sala Nervi popolata dai 6mila pellegrini dell’Università Cattolica, nell’udienza romana per il 90esimo della nascita dell’ateneo milanese, lo dice e lo ribadisce con forza: se questa università è nata alla ricerca della verità deve obbedire alla verità per promuovere un umanesimo nuovo, integrale, trascendente.

Papa Benedetto ha incontrato la comunità della Cattolica, arrivata in Vaticano da tutte le sedi italiane. Gli speciali pellegrini hanno affrontato ore di treno e file quasi estenuanti e, in sala Nervi, non ce n’era uno che non avesse un i-phone o una digitale in mano e che, a udienza conclusa, non si riguardasse il Papa sul telefonino. Perché l’aspettativa verso questo Pontefice è sempre alta. Basti ascoltare la testimonianza di Ilaria Pretolani, laureanda in Scienze della Formazione a Milano: è qui perché cerca una conferma. «Ho bisogno che il Santo Padre mi restituisca la verità del mio percorso di fede, della mia scelta universitaria in Cattolica».

Studenti italiani e stranieri, docenti, religiosi, professionisti, familiari e tutto il personale dell’Università Cattolica, tutti presenti e composti, prima nella messa in San Pietro, celebrata dal cardinale Dionigi Tettamanzi, poi festanti e in piedi in sala Nervi, tutti confermano che sono qui per questo. Qualcuno soprattutto «per vederlo da vicino». Come dice Alessandro Pedroni, un giovane impiegato della sede di Brescia, non nuovo a questa esperienza. Vent’anni fa, da studente, era qui davanti a Giovanni Paolo. Oggi è tornato da dipendente e anche da padre di un bambino: «Un po’ per ringraziare Giovanni Paolo, un po’ perché vorrei che mio figlio vivesse le stesse emozioni».

Il cardinale Dionigi Tettamanzi, del resto, lo sottolinea, rivolgendosi al Santo Padre insieme al rettore dell’Università Cattolica, il professore Lorenzo Ornaghi: «Siamo qui convenuti per videre Petrum ed essere confermati nella fede». La famiglia Camerini di Cremona sposa in pieno questa disposizione d’animo. La figlia maggiore, Simona, ha concluso due anni fa il suo percorso di laurea nella sede di Piacenza ed è qui con papà Ambrogio, mamma Antonia e con la sorella minore: «È la prima volta che veniamo a Roma: il cuore della cristianità è qui. Siamo cattolici convinti e praticanti. Il nostro è un vero e proprio pellegrinaggio per vedere Pietro». Rafforzare la propria fede: è l’imperativo che vorrebbero imporsi tutti, anche gli studenti della Cattolica che vivono a Roma. Ilaria Morelli, studentessa al primo anno in Economia e Noella Wete, marchigiana di origini congolesi hanno vissuto l’attesa dell’udienza nella dimensione comunitaria dei collegi romani e dicono che «sì, un’occasione come questa rende più solido anche il nostro studio. Abbiamo bisogno di risposte alla nostra scelta».

Il discorso di Benedetto XVI le contiene già: non cedere all’empirismo e al relativismo applicato alle scienze contemporanee, ricercare la verità, rispondere a un’autentica eccellenza del sapere, illuminata dall’eredità spirituale cristiana. Harry Mbiziantuari, congolese, al terzo anno di filosofia a Milano, voleva sentirsi dire proprio questo. Lui, nelle lettere agli Efesini di Paolo – dice – trova l’incoraggiamento «ad abbandonare ogni paura». Perché l’uomo, come dice il Santo Padre, «ha bisogno di amore e verità». Una delle vie principali all’amore e alla verità è la conoscenza scientifica. Non stupisca dunque che questo Papa non faccia altro che sottolineare quanto la religione non sia un’alternativa alla scienza e alla realtà, bensì ne sia il sale, il senso, la forza. Le parole di Valentina Giarracca, medico-ricercatore di Varese, ne sono una conferma. In sala Nervi, con la sua bambina al collo, applaude Benedetto XVI e dice: «Non esiste uno iato tra fede e scienza, io lo sperimento ogni giorno nel mio lavoro. Questo Papa ha ragione: la fede ci fa più intelligenti e attenti verso la realtà che ci circonda». Un segno che la via tracciata novant’anni fa da Padre Gemelli era, è e rimane nel solco di Pietro.

Laura Silvia Battaglia


Sabato 21 maggio, in aula Paolo VI, dopo il saluto del cardinal Dionigi Tettamanzi, in qualità di presidente dell'Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, e del rettore, professor Lorenzo Ornaghi, il Santo Padre ha rivolto il suo discorso alla comunità universitaria. 

L'udienza è stata preceduta nella Basilica di San Pietro dalla Santa Messa. Presieduta all'altare della Confessione dall'Arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi. il rito è stto concelebrato dal segretario generale della CEI, monsignor Mariano Crociata e dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Gianni Ambrosio. 


I PELLEGRINAGGI DAL PAPA NELLA STORIA DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA  

1925 Pellegrinaggio da Papa Pio XI in occasione dell’Anno Santo

1929 Pellegrinaggio nell’anno del Giubileo proclamato da Pio XI a pochi mesi dai Patti Lateranensi

1933 Pellegrinaggio da Papa Pio XI nell’anno del Giubileo straordinario per ricordare i 1900 anni dalla Resurrezione di Cristo

1950 Pellegrinaggio da Papa Pio XII nell’Anno Santo

1964 Visita a Papa Paolo VI, da pochi mesi nominato Pontefice

1975 Pellegrinaggio da Papa Paolo VI in occasione dell’Anno Santo

1992 Pellegrinaggio da Papa Giovanni Paolo II in occasione dei 70 anni dalla fondazione dell’Università Cattolica (7 dicembre 1921)

2000 Pellegrinaggio da Papa Giovanni Paolo II per il Grande Giubileo

2011 Pellegrinaggio da Papa Benedetto XVI in occasione dei 90 anni dalla fondazione dell’Università Cattolica, presenti più di 5000 persone, di cui circa 2400 provenienti dalle sedi di Milano, Brescia, Piacenza-Cremona, e oltre 3000 dalle sedi di Roma e Campobasso