Che il laureato in Giurisprudenza non guardi più solo alle professioni forensi è un dato di fatto. Che il rapporto tra gli studenti di ambito giuridico e il mondo del lavoro sia pacifico non è invece scontato. Almeno a giudicare dal numero di persone che il 26 novembre hanno letteralmente preso d’assalto l’aula Pio XI di largo Gemelli per partecipare all’incontro “Le professioni legali oggi: i miti da sfatare e le opportunità da cogliere per affrontare con successo la ricerca del lavoro”. L’ampia partecipazione ha mostrato il desiderio di cominciare presto ad avvicinarsi al mondo del lavoro, per superare il senso di “salto nel buio” che prende molti, come ha sottolineato Francesco Centonze, docente di Diritto penale alla sede di Piacenza, che ha organizzato l’incontro con i servizi Orientamento e Stage e placement.
Al tavolo dei relatori i racconti di quattro persone che hanno saputo con determinazione costruire il loro personale percorso di successo, chi specializzandosi in un preciso settore, chi diventando giurista d’impresa capace di fornire assistenza legale a tutto tondo a società multinazionali, chi portando avanti sia la libera professione sia la carriera accademica in un proficuo e critico rapporto di “osmosi”.
La possibilità di incontrare professionisti del diritto come l’In-house Counsel di Telecom Italia Antonio Cusimano e uno dei partner del dipartimento Tax dello studio legale internazionale Paul Hastings, Bernadette Accili, è stata un’occasione importante per gli studenti. L’esperienza professionale è vissuta, infatti, come qualcosa di lontano anche da chi frequenta gli ultimi anni e pochi hanno un’idea ben precisa del mestiere che si vuole andare a svolgere una volta ottenuta la laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza. L’incontro ha proposto vari profili professionali, perché i percorsi che si aprono per lavorare nel mondo del diritto sono numerosi e sfaccettati: non c’è più una sola via da seguire per nessuna professione giuridica.
Marco Spolidoro, avvocato e docente di Diritto industriale, ha posto l’accento sull’importanza della “creatività” nel raggiungimento del successo nella propria professione. L’altro ingrediente necessario per una buona prospettiva occupazionale, sottolineato da tutti i relatori, è la necessità di sapere e saper parlare un inglese specialistico e fluente. Un requisito essenziale per affrontare qualsiasi ramo del diritto, dal penale al civile, dal commerciale all’amministrativo, che non può prescindere dalla conoscenza delle lingue straniere in generale da imparare “sul campo” come osservato dal professor Spolidoro: un plus ormai fondamentale per ogni sbocco lavorativo.