Più cooperazione tra gli Stati Ue e maggiore efficienza della struttura militare europea: è la ricetta del Generale Claudio Graziano, da novembre presidente del Comitato militare dell'Unione europea, per creare un polo di stabilità nel mondo.
«La situazione internazionale è particolarmente dinamica e in questo contesto la Difesa italiana, per farsi trovare sempre pronta di fronte alle nuove sfide alla sicurezza, sta affrontando un periodo di profonde trasformazioni organizzative, nella consapevolezza che nessun Paese potrà mai affrontare da solo la trasversalità e l’imprevedibilità delle minacce». Il Capo di Stato Maggiore della Difesa ne ha parlato il 25 maggio nell’incontro promosso dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Aseri), dopo il saluto del rettore Franco Anelli.
Al centro della conferenza dal titolo “Il ruolo della Difesa nell’attuale contesto di sicurezza”, le attuali aree di crisi e la trasformazione dello strumento militare, reso sempre più necessario da un crescente bisogno di sicurezza da parte dei cittadini.
«Ci muoviamo in scenari complessi, per questo servono capacità antiche e capacità nuove per contrastare le minacce internazionali» ha affermato il direttore di Aseri Vittorio Emanuele Parsi dando il via al dibattito. «Lo strumento militare è importante per la deterrenza, la dissuasione e la persuasione».
A tal proposito significativa è l’adozione, a partire dal 2015, del “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”, una riforma essenziale volta a realizzare una maggiore integrazione interna del sistema-Difesa.
Il ruolo della Ue e la sua relazione virtuosa con la Nato ha fatto da sfondo all’intero dibattito. Inevitabili i riferimenti alla Brexit. «Va discusso di come il Regno Unito continuerà a operare e agire nel contesto militare europeo» ha specificato il Generale Graziano.
«Creare un fondo europeo per la Difesa è l’argomento principale sui tavoli europei e bisogna tenere collegata la Gran Bretagna ai progetti che si svilupperanno con tali fondi e al contempo essere inclusivi verso i Paesi più piccoli».
Il Generale Graziano ha poi ribadito di come l’elaborazione di una Strategia Globale nel 2016 e il relativo piano di attuazione, discendono da una nuova visione incentrata sul «rafforzamento della politica di sicurezza e difesa comune, al fine di esercitare un’influenza decisiva sullo scenario internazionale, pur rimanendo in stretto raccordo e cooperazione con la Nato».
Insomma argomenti complessi che richiedono diversi nodi da sciogliere. Anche se, ha concluso il Capo di Stato Maggiore della Difesa, «attualmente non sono possibili missioni di successo condotte da una sola nazione. Vanno preparate nel tempo e anche le superpotenze hanno bisogno di supporto internazionale».