“Per aspera ad astra”. Arriva fino alle stelle l’urlo gioioso di uno dei 247 neolaureati delle sedi di Cremona e Piacenza dell’Università Cattolica, che lo scorso 27 maggio hanno celebrato la conclusione di un percorso impegnativo, ricco di esperienze e soddisfazioni.
Una festa di laurea 2017 in stile anglosassone, con toga e tocco, che ha avuto come testimone speciale Oscar Farinetti, fondatore di Eataly. Quasi 250 ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia, dopo aver compiuto il percorso di studi (triennale e magistrale), hanno salito i gradini dell’altare della Basilica di San Francesco per ricevere il diploma di laurea dai presidi di Economia e Giurisprudenza Anna Maria Fellegara, di Scienze agrarie, ambientali e alimentari Lorenzo Morelli, di Scienze della Formazione Luigi Pati e dal professor Antonio Chizzoniti per il corso di laurea in Giurisprudenza.
La celebrazione, accompagnata dall’ensemble Note d’inChiostro, si è aperta con la S. Messa celebrata dal Vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio: «La chiesa francescana in cui ci troviamo oggi è perfetta per accogliere lo spirito di gioia che pervade questa giornata. Gioia vostra di essere arrivati al traguardo. Ma anche dei vostri genitori e dei vostri docenti. La festa e la gioia di un’intera famiglia, quella della Cattolica, di cui continuerete a far parte sempre» ha sottolineato il Vescovo, che ha ricordato anche che «la preghiera di oggi è per rendere grazie. Chi cessa di dire grazie ha cessato di vivere, perché non ha più un cuore che pulsa. Quando uno sa dire grazie sa riconoscere, sa apprezzare, sa lavorare insieme e sa valutare le cose. Dire grazie è saper riconoscere che da soli si è inesorabilmente tristi».
Fiducia, patriottismo e coraggio sono i tre valori imprescindibili che Oscar Farinetti (nella foto) ha consegnato ai neolaureati, svelando ai ragazzi le dieci “mosse” di un agire vincente: “La prima? Saper gestire l’imperfezione: la perfezione è un alibi per non realizzare i progetti. La seconda mossa sembra banale, ma non la è: individuate le priorità e imparate a semplificare. Studiando, tutti i problemi si possono semplificare e affrontare».
E poi, pensare locale e agire globale: «L’Italia è il più bel Paese al mondo, i numeri parlano chiaro: il 70% del patrimonio artistico mondiale è nostro, siamo il Paese che ha 7.800 specie vegetali, 58mila specie animali, 1.200 vitigni autoctoni e 1.010 specie di mele, solo per fare qualche esempio. Siamo straordinari. E siamo fortunati a essere nati qui: è nostro compito studiare la storia, i popoli e le tradizioni che hanno fatto grande l’Italia e solo dopo dobbiamo ricordarci che c’è tutto un mondo fuori in cui possiamo agire e in cui abbiamo molto da dire».
Ma in Italia non siamo capaci a raccontarlo: «Siamo i più bravi al mondo a usare le mani, ma abbiamo un deficit di narrazione che dobbiamo colmare urgentemente». Farinetti parla poi di quello che definisce il più grande affare dell’umanità: «il rispetto non è solo un valore da vivere, ma anche il più grande business del futuro. Dovete spostare il concetto di rispetto dall’area del dovere a quella del piacere. Il rispetto deve diventare cool. È l’unica maniera per salvarsi». Poi l’invito del patron di Eataly ai neolaureati è quello di non mollare mai e di restare giovani: «Si diventa vecchi quando si mette al centro se stessi, quando si pensa che l’esperienza sia tutto. Allontanate la vecchiaia, che inesorabilmente arriverà, tenendo al centro del vostro mondo l’uomo e la natura».
E infine il suggerimento più inatteso. «Copiate: copiare è un gesto furbo e poetico insieme. Copiare non è imitare. E non è un’azione semplice perché implica l’umiltà di ammettere che qualcuno è stato più bravo di noi, implica una grande capacità di ascolto e di osservazione, per trovare nelle azioni degli altri qualcosa che ha un valore anche per noi e farlo nostro in maniera originale».