«Ogni materia è spiegata in modo semplice ai principianti. Chi si avvicina alla fisica impara la meccanica attraverso modelli che contengono solo gli elementi base. È improbabile, però, che uno studente del primo anno di fisica creda davvero di vivere in uno spazio vuoto e privo di attrito». Questo esempio, tratto da un articolo dell’Economist, spiega il senso del progetto Core, che si propone di ripensare il modo in cui l’economia è insegnata nei corsi dei primi anni accademici.
I - costosi - testi più usati nelle università di tutto il mondo, infatti, sono basati su modelli perfetti e precostituiti, che, però, spesso non riflettono affatto le contraddizioni e le sfide che l’economia deve affrontare nella sua applicazione pratica: le diseguaglianze, la globalizzazione, i cambiamenti climatici. Per immaginare un approccio alternativo, ricercatori e docenti da tutto il mondo hanno dato vita alla fondazione Core (Curriculum Open-access Resources in Economics), la cui mission, si legge, è riformare l’insegnamento dell’economia, collegandolo agli eventi e ai dati della contemporaneità.
Lo sforzo collettivo ha prodotto un libro di testo, The Economy, disponibile gratis in rete e adottato in prestigiosi atenei quali la Toulouse School of Economics, l’University College of London (UCL) e la Central European University di Budapest. Il manuale, nella sua edizione italiana pubblicato da Il Mulino è stato presentato il 20 aprile nella sede dell’Università Cattolica in largo Gemelli, con gli interventi di Wendy Carlin, direttore del progetto Core e professore di macroeconomia all’University College di Londra, e Sam Bowles, microeconomista del Santa Fe institute, membro fondatore del progetto, e di Massimo d’Antoni, dell’Università di Siena, uno dei curatori della versione italiana del volume. Mario A. Maggioni (a destra nella foto) e Marco Lossani (al centro), docenti dell’Università Cattolica, hanno agito da discussant.
«Più che una semplice presentazione, però, è stato un bel dibattito sul senso dell’insegnamento economico ai nostri giorni», dice il professor Maggioni, direttore del Dipartimento di economia internazionale, delle istituzioni e dello sviluppo (Diseis). «Il testo pensato dal Core project è ricco di dati ed esempi tratti dal mondo reale, invece di una semplificazione scolastica dove i valori numerici sono costruiti perché siano compatibili con il modello teorico semplificato spiegato poche righe sopra. Insomma, invece di costruire una versione così semplificata da risultare caricaturale dell’economia, perché in questo modo è più facile da comprendere, si vuole dare agli studenti le basi per comprendere l’economia così com’è».
Il manuale, inoltre, tiene in grande considerazione il contesto storico e politico come fattore di spiegazione dei dati economici. Nei capitoli iniziali si spiega come il capitalismo e la rivoluzione industriale abbiano trasformato la società rendendola quella che è oggi. Nel corso di tutta l’analisi svolta nel testo, sullo sfondo restano ben visibili le problematiche della disuguaglianza sociale e della crisi ambientale. Un insegnamento “onesto”, insomma, in cui i docenti pongono fin da subito agli studenti i problemi e le complicazioni che essi stessi devono affrontare nelle loro ricerche.
Con un vantaggio evidente: come riporta l’Economist, i test condotti sugli studenti dell’University College of London – l’ateneo in cui insegna Wendy Carlin – dimostrano che gli allievi che hanno seguito il “percorso Core” nei corsi introduttivi ottengono migliori risultati negli esami successivi, oltre a dimostrare maggior interesse per la materia. Gli stessi docenti dichiarano di sentirsi più a proprio agio e di avere l’impressione di svolgere il proprio compito in modo più onesto. Sulla homepage del sito del progetto si legge la testimonianza di uno studente del secondo anno dell’UCL, che lascia poco spazio ad interpretazioni: «Nessun altro corso ottiene così tanto interesse tra gli studenti al di fuori delle ore di lezione. Core rende emozionante studiare l’economia».
Certo ogni scelta, come insegnano le discipline economiche, ha vantaggi e limiti, benefici e costi. Gli interventi dei professori Lossani e Maggioni hanno evidenziato, oltre a un generale apprezzamento per l’iniziativa, alcuni dubbi sulla maggiore efficacia didattica di questo testo rispetto all’approccio standard riguardo specifici argomenti di “Microeconomia” e di “Macroeconomia e hanno sottolineato l’esistenza di rilevanti “costi di transizione” che devono essere sopportati da un docente, abituato a insegnare con un testo “standard”, che volesse adottare il Core. Nel Regno Unito la Royal Economic Society sta sostenendo la diffusione di questo testo attraverso finanziamenti ad hoc per chi intenda adottarlo. Cosa succederà in Italia?