In un periodo in cui le più fondamentali norme dell’ordinamento internazionale e costituzionale sono sempre più spesso al centro del dibattito politico, culturale e sociale del Paese, vista la drammatica attualità dei soccorsi in mare per le imbarcazioni dei migranti, studiosi e operatori del diritto sono chiamati a confrontarsi nel tentativo di fare chiarezza sul contenuto delle norme nazionali e internazionali applicabili e sulle conseguenze della loro violazione.
È questo lo scopo del dibattito scientifico dal titolo “La politica dei porti-chiusi. Questioni di legittimità e responsabilità nazionale e internazionale”, in programma lunedì 15 luglio, dalle 16.30 alle 18.30, nella Sala Negri da Oleggio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
L’iniziativa, promossa dalla facoltà di Giurisprudenza e dall’Istituto di Studi Internazionali dell’Ateneo, fa parte del progetto di ricerca “Immigrazione e integrazione. Società multietnica e tutela della dignità della persona” ed è realizzata con il patrocinio dell’Accademia Diritto e Migrazioni (Adim).
Quattro gli argomenti del confronto. Sarà preso in esame il tema dell’individuazione del porto di sbarco. Nella dottrina internazionalistica, rispetto a tale questione, ci sono alcuni aspetti che non sono totalmente definiti: a) il contenuto dell’obbligo di cooperazione imposto ai diversi Stati (in particolare Stato costiero e Stato di bandiera); b) la discrezionalità del comandante della nave.
L’altro tema affrontato sarà l’estensione della giurisdizione statale al di là delle acque territoriali tanto ai fini dei ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, tanto per la competenza della magistratura italiana. Si parlerà anche della responsabilità per ordini illegittimi e per complicità nella commissione di crimini e dei profili di illegittimità del decreto sicurezza (d.l. 53/2019), ma soprattutto delle misure in base a esso adottate e del tipo di azioni da proporre davanti ai giudici interni. Più in generale si affronterà la questione della criminalizzazione della solidarietà, tenendo conto anche di altri ordinamenti, per esempio di quello spagnolo.
Dopo l’introduzione di Francesca De Vittor, docente di Diritto internazionale, interverranno una ventina tra accademici e avvocati che da diverse prospettive si sono occupati o stanno seguendo da vicino le vicende legate ai soccorsi in mare. Tra i relatori i professori dell’Università Cattolica Pasquale De Sena e Gabriele Della Morte, rispettivamente docenti di Diritto internazionale e di Diritto internazionale penale, Francesca Cancellaro, dello Studio legale Gamberini e avvocato difensore di Open Arms, Lucia Gennari, avvocato di Sea Watch e Mediterranea, Lorenzo Gradoni, Max Planck Institute Luxembourg, Luca Masera, docente di Diritto penale all’Università di Brescia, Elena Rozzi, esperta di questioni relative alla tutela dei minori stranieri non accompagnati, Mario Savino, docente di Diritto amministrativo all’Università degli Studi della Tuscia e direttore Adim, Andrea Spagnolo, Università di Torino, Piergiorgio Weiss, avvocato e difensore dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) come parte civile nei processi a Milano per le torture e gli omicidi nei centri di detenzione in Libia, e i professori dell’Università Statale degli Studi di Milano Chantal Meloni, Marco Pedrazzi, Cesare Pitea, Stefano Zirulia, Chiara Ragni.