«L'integrazione con i bambini stranieri è un'opportunità di ricchezza, di multilinguismo e di confronto di culture». è il messaggio che il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ha lanciato, intervenendo al convegno  nazionale sull'integrazione scolastica degli studenti stranieri. "Prove di futuro, integrazione, cittadinanza, seconde generazioni" è stato organizzato dal ministero da lei presieduto e  ospitato dalla sede piacentina dell'Università Cattolica. L'evento ha fatto da anteprima al Festival del Diritto 2013, con la partecipazione di circa 400 persone, soprattutto docenti provenienti da tutta Italia.

Il convegno coordinato da Luciano Rondanini, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale, dopo un video della Fondazione Reggio Children, ha portato sul tavolo dei relatori Stefano Versari, vicedirettore dell'Ufficio scolastico Emilia-Romagna, Paolo Morozzo della Rocca dell'Università di Urbino, Maddalena Colombo dell'Università Cattolica e Mohamed Tailmoun portavoce rete G2. Al convegno sono intervenuti per un saluto il rettore dell'Università Cattolica Franco Anelli, il prefetto di Piacenza Antonino Puglisi, il sindaco Paolo Dosi, il presidente della Provincia Massimo Trespidi e il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Francesco Scaravaggi


 GUARDA LA GALLERY SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK


Nel suo intervento il ministro si è rivolta a «quei genitori italiani che temono che la multiculturalità possa complicare l'istruzione dei propri figli», sostenendo che il confronto tra culture differenti non può che portare ricchezza. «L'integrazione non deve mai essere indicata come un problema, ma solo come un'opportunità». Certamente la scuola, come la società, è cambiata ma non ci si può chiudere al mondo, occorre affrontare i cambiamenti sociali e la scuola dovrà essere riorganizzata nel modo più adeguato per andare nella giusta direzione per vincere questa sfida. L'integrazione non può che rappresentare qualcosa in più a livello culturale e di crescita sociale.

Il ministro Carrozza ha sottolineato come uno dei compiti della politica sia quello di ascoltare. «Qui oggi ne ho avuto la possibilità - ha affermato -. Credo che la scuola sia lo specchio della società che verrà: vedere bambini di nazionalità diverse che imparano e crescono insieme è un'immagine bellissima. Questo dovrebbe essere un esempio per tutta la nostra comunità. Con l'arrivo di tanti migranti l'Italia non invecchia più e questo è sicuramente un segnale positivo. Non dobbiamo avere paura di questo fenomeno migratorio ma dobbiamo prepararci ad accogliere le diverse culture vedendole come ricchezze tenendo ben saldo quel principio di solidarietà che si può vedere in ambito scolastico».

E affrontando la sfida dell'integrazione scolastica non si poteva non toccare, in vista anche del Festival del diritto, il tema dello ius soli. «Noi ci dobbiamo porre il tema dei bambini figli di stranieri ma nati in Italia e di come devono diventare italiani, un argomento ultimamente un po' messo da parte ma molto importante», è il pensiero del ministro Carrozza. «Anche perché ci sono aspetti molto diversi da considerare: penso a ragazzi che arrivano magari a 14-15 anni dai loro Paesi d'origine e non conoscono la lingua italiane, e questo è un tema. Diverso è il caso dei bambini nati in Italia che conoscono la lingua italiana e quindi sono di più facile integrazione nel sistema delle scuole». «L'importante - ha proseguito - è prendere atto del fatto che la scuola è cambiata tantissimo e usare oggi lo stesso metodo che si usava quattro o cinque anni fa non è appropriato. Dobbiamo aggiornarci continuamente e riflettere, perché nel nostro Paese c'è un'evoluzione demografica che inesorabilmente va avanti e non possiamo pensare di chiuderci al mondo: sarebbe folle. Nello stesso tempo ci dobbiamo attrezzare per questi cittadini che arrivano in Italia e utilizzare gli strumenti migliori per accoglierli, avendo ben presente il fatto che per noi sono una ricchezza».