Un viaggio on the road con Nat King Cole e Bruce Springsteen. La lezione aperta del professor Paolo Colombo (nella foto sotto) a 50 anni dalla morte di John Fitzgerald Kennedy ha dipanato il filo rosso delle ultime ore di vita del trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti, assassinato a Dallas il 22 novembre 1963. Ma ha soprattutto rievocato l’intramontabile “Sogno americano” con notevole capacità narrativa, conducendo gli spettatori per mano attraverso l’epopea della vecchia e della Nuova Frontiera, dalle carovane del Far West allo sbarco di Neil Armstrong sul suolo lunare reso indimenticabile dalla storica diretta Rai del 20 luglio 1969 con Ruggero Orlando e Tito Stagno. Per introdurre la platea ancora più a fondo nel racconto, il professore della facoltà di Scienze poltiche e sociali si è avvalso del supporto di numerosi video di repertorio e di celebri brani del cantore per antonomasia dell’«American Dream», Bruce Springsteen.
Percorrendo idealmente la Route 66 - la “Strada madre” che attraversa gli States da Chicago alla spiaggia di Santa Monica - sulle note di “(Get your kicks on) Route 66” di Nat King Cole e “On the road again” dei Canned Heat, Colombo ha sottolineato come il mito americano sia riuscito ad affascinare e influenzare l’immaginario collettivo di tutto il mondo occidentale, Italia in testa. Confrontando con sottile ironia il Mayflower e la Spedizione dei Mille, la highway e la Salerno-Reggio Calabria, lo storico ha messo in evidenza la difficoltà tutta italiana di riconoscersi nei propri miti fondativi. Ha anche però invitato la nostra esperienza attuale di italiani a recuperare nuove forme di coraggio.
Ed è stato proprio il coraggio, insieme al mito, il protagonista della lezione di Paolo Colombo. Innanzitutto il coraggio di Kennedy, che sceglie per sé e per il Paese che guida obiettivi rischiosi e difficili da raggiungere. Il coraggio di Jacqueline Kennedy che, vestita ancora del tailleur rosa Chanel macchiato dal sangue del marito John, ucciso poche ore prima durante la sfilata presidenziale per le vie di Dallas, accetta di comparire al fianco di Lyndon B. Johnson al momento del giuramento presidenziale nella affollatissima sala di rappresentanza dell’Air Force One. Un gesto di dignità estrema che rimarrà indelebilmente scolpito nella mente di ogni americano, e non solo.
Altre forme di coraggio, a proprio modo, mostra un'altra icona di quell’epoca: Marilyn Monroe, eroina di una altrettanto celebre e tragicamente breve vita americana destinata a entrare nel mito. Qui è stata raccontata la Marilyn che dedica a Kennedy alcune delle proprie poesie e un indimenticabile “Happy Birthday Mr. President” in occasione dei festeggiamenti del suo quarantacinquesimo compleanno al Madison Square Garden durante un Congresso dei Democratici.
Questo e molto altro ha caratterizzato un’ora e mezza molto intensa e coinvolgente, eppure volata via quasi in punta di piedi in un colpo d’occhio di pubblico più unico che raro. Al termine della lezione, Paolo Colombo ha ringraziato calorosamente le tante persone e personalità accorse, tra cui l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, che gli hanno tributato un lungo e sentito applauso.
Uscendo dall’aula Manzoni, sui volti dei tanti giovani e meno giovani presenti all’incontro si coglieva una profonda emozione: quella di chi, anche se solo per un’ora, ha potuto rivivere il “sogno americano” in una fredda sera milanese di mezzo autunno.