La laurea in Economia, poi le esperienze in Ernst & Young Consultants e Capgemini, quindi il master in Economics and International Relations in Aseri – l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell'Università Cattolica. Nel 2008 il dottorato di ricerca in Istituzioni e Organizzazioni, l’inizio della carriera accademica, compreso un periodo all’Università di Cambridge. E ora, dopo il concorso, per Valeria Miceli è arrivata l’Europa, con un lavoro alla Commissione europea, dove è Policy officer nella direzione generale Stabilità finanziaria, servizi finanziari e Unione dei mercati dei capitali (Dg Fisma).
«Avevo la pratica, mi mancava un po’ la teoria» afferma Valeria, che spiega la scelta di tornare alla formazione universitaria dopo un’esperienza in due delle principali società di consulenza in ambito corporate finance. «Avevo il desiderio di capire cosa fosse sotteso a ciò che avevo già sperimentato nel lavoro. Nel privato puoi fare esperienze molto stimolanti, con un alto livello di professionalità, ma focalizzate sugli aspetti micro. Se vuoi avere una visione macro - capire quali sono le regole che presiedono al funzionamento dei mercati e perché le variabili economiche si muovono in una direzione piuttosto che in un'altra, tanto per fare un esempio - occorre avere un quadro di insieme che nel privato hanno solo figure apicali. Bisogna allora cambiare il punto di vista. L’accademia fornisce infatti un’opportunità, perché osservando i fenomeni dalla prospettiva teorica, si è in grado di capire cosa sta all’origine delle dinamiche».
Possiamo dire che le tematiche finanziarie sono state in qualche modo il fil rouge delle tue esperienze professionali? «Sì, un filo rosso nei contenuti, affrontati dai punti di vista della consulenza nel settore privato, quindi da quello teorico-accademico - sia come ricercatore sia come docente - ora da quello del policy maker, cioè di chi definisce le regole. Un filo che si rintraccia anche nella mia formazione, sia della laurea in Economia, sia del master e certamente anche del dottorato».
Come hanno influito questi ultimi sulle tue scelte future? «Il dottorato e il master, con il suo taglio economico-internazionale e l’incontro con docenti internazionali come Paul De Grauwe e Richard Baldwin, e professori della Cattolica come Alberto Quadrio Curzio, Roberto Zoboli, Simona Beretta, sono stati gli step che mi hanno consentito la svolta dal settore privato a quello accademico».
Quanto conta la carriera accademica nel tuo percorso? «La didattica arricchisce anche dal punto di vista umano per il rapporto con gli studenti. La ricerca è un’occasione di approfondimento degli ambiti d’interesse, degli strumenti, e di sviluppo della conoscenza. Sono le due competenze che mi sono più utili nel mio lavoro attuale: da un lato quella analitica, di studio, di concentrazione, per cui sto affrontando dossier piuttosto complessi e l’abitudine a fare ricerca consente di affrontare con più facilità i temi; dall’altro la necessità di esporre concetti complessi in modo semplice e comprensibile, sperimentata con gli studenti in università, è in buona parte ciò che facciamo qui quando prepariamo i briefing per i vertici dell'istituzione».
Qual è la tua missione come Policy officer nella Dg Fisma della Commissione Europea? «Dal 2008 è stato evidente che l’approccio ai mercati finanziari non era più adeguato: occorreva una regolamentazione più stringente del settore, soprattutto negli ambiti che di fatto hanno dato origine alla grande crisi. Stati Uniti ed Europa sono le aree che maggiormente hanno fatto proprio l’intento regolamentare: e nel Vecchio continente ha significato delegare tale potere a livello dell'Unione. Abbiamo costruito l'Unione bancaria che affianca quella monetaria e stiamo lavorando alla costruzione del mercato unico dei capitali con regole comuni, non più emanate a livello nazionale».
Cosa significa questo per la tua Direzione generale? «Con l’arrivo di Juncker alla guida della Commissione, la Dg che si occupava di mercati finanziari e che prima faceva parte della Direzione generale Mercato unico è stata separata e resa autonoma ed è diventata Dg Fisma, oggi di primaria importanza. Dall’inizio della crisi finanziaria a oggi ha emanato circa 50 tra Regolamenti e Direttive, sia per le banche – con i requisiti di capitale recepiti da Basilea e la Bank Recovery and Resolution Directive (Brrd) sulle risoluzioni bancarie, di cui si parla oggi anche in Italia, sia per le società comuni di investimento e quelle del settore assicurativo. La Commissione, attraverso la Dg Fisma, scrive le proposte legislative che poi devono essere emanate dai legislatori veri e propri, cioè Parlamento e Consiglio Europeo».
Facciamo un esempio concreto. «Per poter operare il salvataggio di una banca occorre coinvolgere i detentori di obbligazioni bancarie: è quanto afferma la Brrd, la direttiva europea proposta dalla nostra Dg, che ha interessato il Monte dei Paschi di Siena. Altro esempio è la Banking Union, l’unione bancaria di tutti i Paesi dell’area euro. Argomenti discussi e d’attualità sono legati al supervisore unico della Banca Centrale Europea, alla garanzia unica dei depositi, a un fondo di risoluzione unico delle banche a livello europeo. Si tratta di aspetti della regolamentazione finanziaria sotto la responsabilità della nostra Dg, come le regole che riguardano il funzionamento di banche, assicurazioni, fondi pensione, fondi d’investimento: policy attribuite al livello sovranazionale e non ai singoli Stati, come avviene invece a livello fiscale».
E tu di cosa ti occupi? «L’Unità in cui lavoro segue gli aspetti legati alla regolamentazione bancaria, cioè le regole di funzionamento del sistema delle banche. È un punto importante, perché l’unione bancaria è stata la più grande cessione di sovranità nazionale dopo l’introduzione dell’euro. Finora ho partecipato ai comitati congiunti delle autorità di supervisione finanziaria, il lavoro finalizzato a semplificare la direttiva sui conglomerati finanziari; ho preso parte al processo decisionale che dovrebbe portarci all'emanazione di una direttiva su un particolare strumento di finanziamento bancario chiamato covered bond; mi sono occupata, infine, delle negoziazioni di Basilea sul tema della gestione del rischio operativo per le banche, la verifica del livello di implementazione della direttiva bancaria Crd in Italia».