La lotta alle polveri sottili non si fa solo sulle emissioni, ma anche sulla strada. Perché l’inquinamento è generato anche dai pneumatici che risollevano il Pm10 dal manto stradale. Dopo le sperimentazioni già condotte a Milano, che hanno individuato un contributo percentuale variabile dal 13% al 61% circa rispetto al totale delle emissioni, dirette ed indirette, di tutti i veicoli circolanti in città per un giorno feriale, il dipartimento di Matematica e fisica, sotto la supervisione della professoressa Maria Chiesa, lancia un’analoga iniziativa nel centro di Brescia.
Alla base del progetto, gli studi e le ricerche che hanno identificato un evidente contributo delle emissioni da traffico indirette, cioè non generate da processi di combustione nel motore, sulle concentrazioni di particolato atmosferico fine, meglio conosciuto con il termine Pm10. Le emissioni indirette derivano dai fenomeni di usura di pneumatici, dei freni dei veicoli e del manto stradale, ma anche dal risollevamento in atmosfera di particolato fine già presente sull’asfalto, causato dal puro passaggio dei veicoli circolanti sulle strade. Quest’ultimo contributo non viene ancora stimato dagli inventari delle emissioni nazionali ma può contribuire in maniera determinante al totale delle emissioni da traffico, soprattutto in contesti urbani particolarmente congestionati.
A Brescia la sperimentazione mira a quantificare il contributo del risollevamento di particolato fine da parte dei veicoli con lo scopo di valutare l’adozione di politiche del traffico, in grado di migliorare l’impatto ambientale dei mezzi su gomma in siti critici urbani: riduzione della velocità dei veicoli, scelta di asfalti ottimali, migliore gestione delle attività di manutenzione degli asfalti, e così via.
Il progetto sperimentale si inserisce in nel più ampio studio Airis (“Air quality Integrated Study”), che punta alla definizione dei contributi delle diverse sorgenti emissive presenti sul territorio della provincia alla qualità dell’aria rilevata al suolo. Il progetto Airis è coordinato dal Centro studi energetici ambientali Brescia (Cseab) che fa capo all’Associazione industriale bresciana, con la collaborazione e supervisione scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Per questo studio sul risollevamento da traffico è stata individuata una zona del centro storico di Brescia rappresentativa per la sperimentazione. La scelta si è basata su fattori geometrici della strada e su flussi veicolari significativi e di diversa tipologia (autoveicoli, veicoli leggeri commerciali e veicoli pesanti). In via Cairoli, la sperimentazione, condotta in collaborazione con l’assessorato al Traffico del comune di Brescia, è partita a metà ottobre e si è da poco conclusa.
Per mezzo di apparecchiature scientifiche specialistiche ivi installate, è in corso l’acquisizione di tutti i parametri fisici e chimici necessari che dovranno essere successivamente elaborati all’interno di un modello matematico, sviluppato nell’ambito di una tesi di dottorato del dipartimento di Fisica, in grado di valutare il contributo del risollevamento di Pm10 da parte dei veicoli circolanti nella strada selezionata.
I risultati finali della sperimentazione saranno disponibili nel 2014 e potranno costituire una base scientifica di conoscenze sul problema del risollevamento di particolato fine da traffico in ambito urbano. Un punto di partenza per nuove e più approfondite ricerche anche a livello europeo. È infatti nelle intenzioni dell’Università Cattolica l’idea di costituire già nei prossimi mesi un partenariato internazionale per sviluppare questi studi al fine di arrivare a individuare delle strategie efficaci di mitigazione ambientale in un campo critico come quello urbano.