Maggiore prevenzione, ma anche più educazione finanziaria. Sono gli strumenti fondamentali per contrastare il sovraindebitamento. È quanto emerso dai partecipanti al quarto incontro organizzato dal gruppo di lavoro sul fenomeno, iniziativa coordinata dal Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari (CeTIF) dell’Università Cattolica. Avviato nel 2019, il Competence Center mette insieme Diocesi di Milano, Caritas Ambrosiana e Fondazione San Bernardino, Fondazione Centesimus Annus, Prospera e Ucid e ha l’obiettivo di comprendere meglio il fenomeno e individuare strategie di azione e strumenti di mitigazione, anche in ottica di prevenzione.

Del resto, come ha detto monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che ha preso parte all’incontro, «la prevenzione è l’arma più promettente» per far fronte a situazioni di patologia create dal sovraindebitamento. Questo però, ha aggiunto l’arcivescovo, «vuol dire mettere in atto un impegno educativo che implica due aspetti: da una parte, dare competenze finanziarie, dall’altra, fornire un’educazione di valore che consenta di distinguere tra onestà e avidità, tra ambizione velleitaria e propensione di crescita». 

Tra le cause principali all’origine del fenomeno, ha specificato il direttore del CeTIF Federico Rajola, «c’è innanzitutto la mancanza di un’adeguata educazione finanziaria». Lo mostrano anche i dati della Fondazione San Bernardino secondo cui la fascia di età maggiormente colpita è quella compresa tra i 43 e i 62 anni (63%). 

Per questo, ha fatto eco l’arcivescovo di Milano, «i vescovi lombardi hanno costituito nel 2005 la Fondazione San Bernardino: l’usura porta alla rovina imprese e famiglie, aprendo le porte a un’economia drogata da capitali e metodi illeciti che danneggiano tutto il tessuto economico-sociale». Quindi, ha ribadito monsignor Delpini: «Il sovraindebitamento è un problema serio che affligge molte imprese e mette a rischio la sopravvivenza delle famiglie. Il sistema economico così come si è caratterizzato non riesce a essere veramente capace di affrontare il tema e quindi ci sono dei correttivi da introdurre». Ecco perché «incoraggio ed esprimo gratitudine a banche e istituzioni accademiche che hanno accettato di partecipare a questo gruppo di lavoro. La cosa interessante è che riesce a convocare attori di mondi diversi – università, banche, impresa – e con punti di vista complementari che spero possano indicare l’’altra economia’, come ci esorta papa Francesco».

Tra gli stakeholder coinvolti nell’iniziativa ABI, Agenzia delle Entrate, Agos, Assolombarda, Banca d’Italia, Banco BPM, BNL, Corte dei Conti, Findomestic, INPS, Intesa San Paolo. 

Per il direttore della Fondazione San Bernardino Luciano Gualzetti, il coinvolgimento di più soggetti, infatti, «rende possibile individuare nuove strade e percorsi inediti per aiutare persone che si trovano in situazioni più grandi di loro. Un lavoro impegnativo che tocca interessi non solo di carattere economico ma anche etico». 

Eppure, come ha ricordato, il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli «la legge sul sovraindebitamento è arrivata solo nel 2012 poiché prima non se ne avvertiva la necessità: il consumatore italiano non si indebitava, se non per beni durevoli come casa e auto». Negli ultimi anni, però, ha aggiunto il rettore Anelli, «si è creata una nuova tendenza che, sulla scia della cultura americana, ha portato gli italiani a indebitarsi anche per andare in vacanza». Pertanto, «è necessario insegnare a gestire correttamente la propria economia non solo da un punto di vista tecnico ma anche tramite un’adeguata educazione finanziaria che metta al riparo dai rischi».