Da sinistra: il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni consegna la medaglia dell’ateneo a Reiner Haseloff, presidente del Land Sassonia-Anhalt, e al console generale di Germania Jürgen BubendeyUn’iniezione di fiducia per l’Europa e per le giovani generazioni in un momento difficile per il Vecchio continente. Giuseppe Vita, presidente di Unicredit e presidente del Consiglio di Sorveglianza di Axel Springer Ag, ha usato le parole di Albert Einstein per concludere la sua lezione magistrale agli studenti di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica il 12 marzo. «Senza crisi – affermava il premio Nobel per la Fisica - non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla». Un intervento molto apprezzato, quello di Giuseppe Vita in un’aula Pio XI gremita di studenti, attraverso il quale l’ateneo ha rilanciato la laurea magistrale duale italo-tedesca “Politiche europee internazionali” e “Europäische Integration und regionale Entwicklung” in collaborazione con la Martin Luther Universität di Halle/Wittenberg.

Come ha ricordato il rettore Franco Anelli, «uno degli obiettivi prioritari dell’Università come istituzione deve senz’altro essere la costruzione di una coscienza comune europea, che si concretizza proprio attraverso questi programmi double-degree». A introdurre le parole di Vita, il preside della facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni e il console generale di Germania Jürgen Bubendey hanno sottolineato l’importanza dei legami tra Italia e Germania, positivi e proficui da molti punti di vista. Reiner Haseloff, presidente del Land Sassonia-Anhalt, ha inoltre ricordato alcuni progetti europei in cui le due nazioni cooperano come ottimi partner economici. In questa prospettiva Giuseppe Vita, con una luminosa carriera alle spalle tra Italia e Germania, è stato in grado di spiegare agli studenti quanto sia importante lavorare oggi in una dimensione europea. Ha raccontato la sua esperienza del tutto straordinaria, che lo ha portato a iniziare la sua carriera, dopo la laurea in Medicina alla Sapienza di Roma, fuori dall’Italia, a Magonza, per poi rientrare nel suo Paese d’origine con un curriculum che gli ha dischiuso porte prestigiosissime, ultima delle quali la presidenza del gruppo Unicredit.

 

 

«Italiani e tedeschi», ha spiegato Vita, «hanno qualità diverse e complementari: noi abbiamo grande spirito di adattamento e flessibilità, i tedeschi hanno una assoluta affidabilità». L’ideale, per sconfiggere una crisi che «non è mondiale, ma, semmai, dell’Europa del Centro-Sud», sarebbe collaborare proficuamente per unire queste due caratteristiche in modo vantaggioso. «Questa crisi di cui parlano tutti», ha aggiunto «deriva dalla caduta del muro di Berlino, in seguito alla quale, per il principio dei vasi comunicanti, la barriera che proteggeva il mondo capitalista e la sua ricchezza è venuta meno e dunque il benessere si è trasferito in altre parti del mondo. Ora, questo non sarebbe un fatto negativo, se non avesse portato in sofferenza alcuni Paesi come il nostro». In questo contesto i giovani hanno moltissime possibilità, ma anche pesanti responsabilità: «Ai giovani sta il compito di creare un’Europa unita e credere nella ricerca e nello sviluppo. Come farlo, dipende solo da voi: cogliete tutte le opportunità che avete e usate la fantasia. Non cercate un posto, cercate un lavoro. E se non lo trovate, inventatelo».