L’espressione ‘crimine farmaceutico’ è stata ideata per indicare – con una intenzione di forte impatto – la presenza in commercio di farmaci contraffatti, falsificati e substandard. Questo fenomeno ha oggi raggiunto livelli allarmanti, ma difficilmente quantificabili con precisione e comunque significativamente diversificati a seconda delle aree economiche di appartenenza dei vari Paesi del mondo, anche se si stima che circa la metà del mercato farmaceutico globale ne è comunque toccato.
Questo è lo scenario di riferimento dei temi che saranno dibattuti giovedì 10 maggio nel convegno “Crimine Farmaceutico: identificazione, contrasto ed eliminazione”, promosso dall’Istituto di Farmacologia dell’Università Cattolica, presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS (Aula Brasca, inizio lavori ore 9.00).
Il convegno, presieduto dal professor Pierluigi Navarra, ordinario di Farmacologia all’Università Cattolica di Roma e direttore della UOC di Farmacologia del Policlinico Gemelli, co-presidente Sergio Caroli, consigliere SIMeF, è promosso in collaborazione con Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), Società Italiana Medicina Farmaceutica (SIMeF) e Società Italiana di Farmacologia (SIF).
Due aspetti del crimine farmaceutico sono particolarmente rilevanti. Il primo riguarda soprattutto i Paesi industrializzati dove in misura significativa si manifestano esigenze legate agli stili di vita. Il secondo concerne maggiormente i Paesi con economie in transizione per i quali la lotta contro le malattie infettive costituisce uno dei principali problemi sanitari. Ne consegue che sia i farmaci salvavita che i medicinali connessi con lo stile di vita, destinati perciò più a migliorare la qualità della vita che a curare una malattia, risultano essere particolarmente lucrativi per il commercio illegale.
“Il crimine farmaceutico può mettere in pericolo la salute umana in molti modi diversi e interdipendenti – considera il professor Navarra -, per esempio, causando danno ai pazienti, impedendo un’azione terapeutica verso le patologie per le quali i farmaci sono assunti, sminuendo la fiducia del consumatore nei medicinali, nel personale medico e nel sistema sanitario in vigore e prendendo di mira sia farmaci di larghissimo consumo che quelli particolarmente costosi. Obiettivo del convegno – conclude Navarra - è fare il punto sulla attuale dimensione del fenomeno, sulla effettiva percezione da parte del consumatore dei rischi che ne conseguono per la salute e delle reali possibilità di contrastarlo”.