di Chiara Caviggia *
Due settimane possono rappresentare troppo poco per approfondire molti aspetti del proprio percorso professionale o per costruire rapporti interpersonali così profondi da chiamarli “amicizie”. Non per la Summer School Comau che ho vissuto a Detroit. Quindici giorni intensi su ogni fronte, che mi hanno dato l’opportunità di tornare negli Stati Uniti, dove ho potuto non solo assaporare la classica vita americana ma anche immergermi in un contesto aziendale nuovo, ricco di stimoli e di occasioni di apprendimento.
È stata una continua scoperta di argomenti, mondi, culture organizzative, opinioni, stili di lavoro. Un incessante flusso di esperienze che mi ha fornito motivazioni e voglia di mettermi in gioco. Ho appreso tanto dalle lezioni in azienda ma soprattutto dalle storie dei manager che ho incontrato. Sono rimasta affascinata dalla loro energia, dalla loro infinita costanza per arrivare al risultato, dal loro correre il più veloce possibile per raggiungere la meta. Ma, più di tutto, dalla loro umanità.
Quella stessa umanità che mi ha spinto a intraprendere il mio percorso di studi in Psicologia per le organizzazioni, con la volontà di fare della gestione delle risorse umane la mia professione. Una dimensione che in Comau ho toccato con mano. Ho potuto constatare quanto siano importanti le persone per una grande azienda come questa.
Mi sono messa alla prova ogni giorno (e ogni notte!) con tenacia ed entusiasmo, con gli stessi occhi e con lo stupore di un bambino che si affaccia a un mondo nuovo. Ho accettato ogni sfida e ho affrontato ogni difficoltà e ogni imprevisto, ho sconfitto paure e timori. Ogni lezione e ogni team work ha richiesto energia, sforzo, impegno e voglia di fare, che non sono mai venuti meno perché è sempre stato un “chiedere tanto, a fronte di un dare immenso”.
Anche sul piano dei rapporti con i miei compagni di viaggio ho imparato con meraviglia che in due settimane è possibile avvicinarsi, conoscersi, condividere, raccontarsi fino a costruire delle vere e proprie amicizie. Ogni sfida è stata vissuta in maniera comune e solo questo ha permesso di superarla. Ogni momento è stato indimenticabile, perché si era sempre insieme: un gruppo di 30 persone, provenienti da posti diversi e ognuno con la propria storia ma i legami che si sono creati si sono consolidati giorno per giorno, siamo nel tempo libero che nel duro lavoro. Sempre insieme, indissolubili, pronti a sostenerci l’un l’altro anche senza essersi conosciuti prima, sempre vogliosi di chiacchierare fino a tarda notte per scoprirsi e confrontarsi su qualsiasi cosa.
Ci siamo ritrovati dopo un mese dal ritorno in Italia, per una “reunion” ed è stato come tornare a casa, come quando ritorni in famiglia dopo un po’ di tempo trascorso lontano. Abbiamo avuto tutti la stessa sensazione. E al momento dei saluti l’“arrivederci a molto presto” è stato scontato.
Cosa mi porto a casa? Una valigia colma di esperienze professionali, di conferme, di entusiasmo, di amicizie. Ma soprattutto di felicità e gioia che non si potranno dimenticare.
* 24 anni, di Milano, corso di laurea magistrale in Psicologia per le organizzazioni, le risorse umane e marketing communication, facoltà di Psicologia, sede di Milano