Capire che chi sono e quali aspettative hanno i giovani di oggi e gli studenti dell’Ateneo in particolare. È un obiettivo che risponde alla richiesta che il cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola, nella sua veste di presidente dell’Istituto Toniolo, ha indirizzato in un messaggio diretto ai partecipanti al seminario dei docenti di Teologia e degli assistenti pastorali dell’Università Cattolica, che si è svolto nella sede di Brescia dell’Ateneo dal 12 al 15 settembre, dedicato al tema “I vostri giovani avranno visioni (Gl 3,1). Quale proposta formativa per i giovani dell’Università Cattolica?”. «È indispensabile avere una conoscenza approfondita dei ragazzi e dei fenomeni che accompagnano oggi la loro condizione di vita» afferma il cardinale. «Potremo essere così sempre più vicini ai giovani che hanno bisogno di coltivare visioni alte e vere. E la visione non è un’allucinazione o un’illusione».

Un concetto ribadito dal rettore dell’Ateneo Franco Anelli nel suo saluto introduttivo: «Chi ha la responsabilità di educare è chiamato – specialmente in un’epoca come la nostra nella quale tutti siamo sommersi da una massa incontrollata di informazioni, proposte, sollecitazioni – a offrire gli strumenti attraverso i quali discernere le visioni autentiche da quelle artificiose e ingannevolmente indotte. In altre parole, è chiamato ad aiutare ognuno a trovare la propria strada e a rispondere alla propria “vocazione”».

«Si dice che i ragazzi di oggi sono passivi e distratti» ha fatto notare il professor Alessandro Rosina, curatore del Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo-Università Cattolica, nella tavola rotonda dedicata alle aspettative delle giovani generazioni. «Ma in molti casi siamo noi a non trovare le modalità giuste per catturare il loro interesse». Già, ma come? «Sono molto attenti alla dimensione relazionale e al poter incontrare persone che non solo insegnano, ma che si mettono in gioco» ha suggerito Pierpaolo Triani, docente di Didattica generale alla facoltà di Scienze della formazione. 

Ma i vincoli all’ascolto delle loro aspettative non mancano, come spiega il responsabile del Nucleo di valutazione dell’Università Cattolica Massimo Massagli. Problemi come la dimensione numerica, l’accentuato avvicendamento degli studenti legato al 3+2 e l’aumento del pendolarismo, che rischiano di ridurre sempre più il tempo per la relazione. Come pure, lo scontro in atto tra professionalizzazione e passione, che genera tra i ragazzi “un’ansia da disoccupazione”, portandoli più a usare che a vivere l’università. O, ancora, la tensione che il sistema di valutazione dei docenti ha indotto tra ricerca e didattica, a scapito di quest’ultima.

Come uscirne? Intanto l’Università Cattolica – afferma l’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, che ha chiuso i lavori insieme al rettore Franco Anelli – «accompagna gli studenti anche con i corsi di teologia e con una vicinanza cosiddetta pastorale, che significa camminare insieme, condividendo le fatiche, le gioie, le speranze». 

E può lavorare su alcuni elementi emersi dall’ascolto degli studenti: valorizzare l’impegno didattico del docente, che va al di là dell’obbligo contrattuale; favorire la relazione personale fra gli studenti e con i docenti; promuovere iniziative di partecipazione alla vita dell’Ateneo; creare spazi che consentano lo “stare quotidiano” in Università; privilegiare esperienze di senso e di significatività per gli studenti, che nascano anche da loro; aprire l’Università al dibattito attuale e accettare le sfide della contemporaneità. Senza dimenticare, come suggerisce il prorettore Antonella Sciarrone, che «più che dare risposte, è importante stimolare domande». 

IL MESSAGGIO DEL CARDINALE ANGELO SCOLA ( KB)