«Sharitaly sarà l’occasione per riflettere su come si traduce sharing economy in italiano». Ivana Pais (nella foto), docente di Sociologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e cofondatrice della manifestazione, presenta così la terza edizione di Sharitaly, che si terrà a Milano il 9 e il 10 novembre, nell’ambito della Collaborative Week, la settimana dedicata all’economia della collaborazione e patrocinata dal Comune di Milano.
«Sharitaly quest'anno ha l’obiettivo di fare il punto sul dibattito internazionale, e lo fa con grandi protagonisti italiani e stranieri dell’economia collaborativa» le fa eco Marta Mainieri, cofondatrice della manifestazione. Non più una sola giornata ma due per chiarire, conoscere, e connettere.
«La sharing economy è oggi al centro del dibattito internazionale sui nuovi modi di produrre, distribuire, consumare e lavorare», aggiunge Ivana Pais, docente di Sociologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e cofondatrice di Sharitaly. «L’economia collaborativa non è solo app: i processi di collaborazione e condivisione stanno cambiando le imprese, le associazioni e la pubblica amministrazione. Presenteremo casi di successo e di fallimento, rifletteremo sulle loro implicazioni e sulle potenzialità di sviluppo della sharing economy in Italia».
Tra gli eventi più significativi in agenda questa settimana, il business forum dedicato al rapporto tra sharing economy e aziende in Italia, focalizzato su come il modello di servizio promosso dalla sharing economy e la digital trasformation possono cambiare le aziende. Si tratta di una vera e propria attività di consulenza che Collaboriamo e OuiShare forniscono alle imprese che intendono ripensare i propri modelli di business in ottica collaborativa, più attenta a nuovi fabbisogni e potenzialità dei peer.
Durante Sharitaly verrà presentata da Marta Manieri e Ivana Pais la mappatura delle piattaforme collaborative e quella delle piattaforme di crowdfunding. «Questo lavoro ha l’obiettivo di approfondire la conoscenza delle piattaforme collaborative italiane al fine di conoscere i settori in cui operano, la geografia e la storia dei diversi servizi, il modello di business, ma anche la forma giuridica dei soggetti attivi» spiega Mainieri. «L’analisi aggiorna le ricerche del 2014 sulle piattaforme di sharing economy e fornisce un primo punto di osservazione su come il modello collaborativo stia emergendo e crescendo anche in Italia».
«Le piattaforme di crowdfunding continuano a crescere - conclude Ivana Pais -. Rispetto al 2014, questo dipende da processi di differenziazione potenzialmente virtuosi, non da semplice imitazione. Crescono i volumi raccolti anche se siamo ancora lontani dai paesi leader. Si conferma la natura sociale e civica del crowdfunding italiano».