L’online batte il cartaceo, anche fra i periodici delle grandi aziende italiane. Oltre il 50% delle imprese nazionali, infatti, integra alla carta un’edizione digitale e il 25% pubblica esclusivamente sul web. In quest’ultimo caso, per il 45% si tratta di una testata “migrata digitale” che ha sostituito quella cartacea e per il 55% di una testata “nativa digitale”. Insomma numeri che la dicono lunga sui cambiamenti che sta attraversando l’editoria aziendale, dove è in atto una progressiva integrazione degli strumenti online e offline con una carta che cerca di resistere alle rivoluzioni imposte dalla comunicazione social.
È questa la fotografia scattata dall’indagine “Dalla carta al web: l’editoria aziendale in Italia”, il rapporto curato dall’Università Cattolica per conto di Ascai, l’Associazione che da sessant’anni riunisce i migliori comunicatori aziendali in rappresentanza di aziende e multinazionali d’eccellenza che operano nel Paese. Lo studio è stato presentato giovedì 3 dicembre nell’Aula Magna dell’Università Cattolica nel corso di un incontro dedicato ai magazine aziendali e alle tendenze più in voga in questo ambito editoriale.
La ricerca, condotta tra luglio e settembre 2015, ha coinvolto i manager di 107 grandi imprese (di cui l’80% rientra nella classifica di Mediobanca) che impiegano oltre 943 mila persone e ha toccato i principali settori produttivi del Paese: dall’industriale al manifatturiero, al creditizio e assicurativo, dal commercio ai servizi, fino alla pubblica amministrazione. Un’analisi che offre interessanti indicazioni sulle pubblicazioni aziendali e sulle modalità in cui la comunicazione affidata a questi strumenti sia chiamata a misurarsi con le trasformazioni che, complici Internet e Social Media, stanno imponendo anche al mondo del lavoro.
Qualunque sia il canale prescelto (fisico o digitale), o il format (house organ, newsletter o e-zine), le imprese italiane non hanno perso la buona abitudine di parlare ai loro dipendenti attraverso le pubblicazioni periodiche.
Dalla ricerca risulta che oltre la metà delle grandi aziende italiane (53,3%) pubblica almeno un periodico. Tra queste il 20% ha un’edizione solo cartacea, il 55% integra la carta con l’online e il 25% opera esclusivamente online. In quest’ultimo caso, per il 45% si tratta di una testata “migrata digitale” che ha sostituito una precedente testata cartacea e per il 55% di una testata “nativa digitale”.
Va precisato che, pur in presenza di una forte innovazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, prevale il trend a proporre in rete la stessa tradizionale versione tipografica del periodico, con testi e linguaggi adatti a essere letti e approfonditi su carta piuttosto che su pc o tablet. Infatti, nei casi di coesistenza di periodici cartacei e digitali, ben l’81,8% ha l’edizione online che replica esattamente quella cartacea, mentre nel restante 18,2% l’edizione online è diversa per contenuti, aggiornamenti e formati multimediali, e solo parzialmente aperta alla condivisione e partecipazione dei lettori.
In particolare, esaminando le edizioni esclusivamente online/digitali, il 75% è fruibile in pagine web all'interno della intranet aziendale, ma raramente in modo esclusivo, in quanto nel 40% dei casi è fruibile anche attraverso un sito web dedicato alla testata e nel 35% anche in versione pdf; seguono la fruizione attraverso app e piattaforme digitali (20% e 15% rispettivamente).
Per quanto riguarda multimedialità e interattività, questi periodici prevedono nell’80% dei casi photogallery/videogallery, nel 65% offrono suggerimenti di altri contenuti o approfondimenti e nel 60% contengono audiovisivi, link interni ed esterni e archivi delle notizie. Sul fronte della partecipazione e condivisione, l’unica modalità ampiamente diffusa è quella eMail (75%); nel 25% dei casi è possibile esprimere gradimento per un articolo e nel 20% inserire commenti, partecipare a sondaggi e solo nel 10% dei casi condividere nei social media esterni.