«Sono lieto di poterti informare che il Signor Giovanni Enrico Neandrini ha completato la sua prima composizione. La sua melodia è lieve e ariosa ed è ben sostenuta dall’armonia». Chi era questo ottocentesco Carneade di venti anni, che nel marzo 1821 comunicava con fierezza alla madre la conclusione della sua prima fatica di compositore? Enrico Reggiani, docente di Letteratura inglese e coordinatore di “Note d’inchiostro”, che ha costruito il tessuto musico-letterario dell’evento andato in scena in aula magna il 22 novembre svela il mistero: «Era John Henry Newman, da giovane inglese italianizzato e giocherellone, ma dopo qualche decennio venerato gigante della fede e della cultura cattolica vittoriana, del quale Gerard Manley Hopkins si diceva “affezionato figlio in Cristo”, Matthew Arnold elogiò il “miracolo della sua raffinatezza intellettuale” - che lo faceva capace di “produrre grazia di stile” - e Christina Rossetti salutò amorevolmente l’opera di “stanco Campione della Croce, il cui giorno di semina fu assai lungo”».
A celebrare il pensiero del teologo si sono esibiti in aula magna il Coro universitario di Cl diretto da Giovanni Godio, il Coro e i musici di “Note d’inchiostro” guidati da Giampiero Innocente, il Coro Gospel dell’Università diretto da Gianluca Sambataro. Alle entusiasmanti esibizioni musicali ha fatto da controcanto le lettura di alcuni passi significativi degli scritti di Newman dedicati alla musica e interpretati dall’attore Christian Poggioni.
Da Mozart a Beethoven, largo spazio è stato dato ai brani scritti da Newman e musicati da Harris, Vaughan Williams e Haweis; in particolare il brano Lead, kindly Light, un testo che ha attraversato le distanze confessionali, è stato interpretato in due chiavi differenti, una più classica e una gospel, a testimoniare la validità di un testo che si apre alla diverse interpretazioni musicali. Molto apprezzate dal pubblico anche le esibizioni dei solisti: Alessandro Clerici (violino), Sara Gianfelici (chitarra), Elena Patella, Chiara Sarchini, Esmeralda Colombo (pianoforte), naturalmente tutti studenti, o laureati, del nostro Ateneo.
L’evento, che ha messo in evidenza le diverse anime della competenza musicale prodotta dal nostro Ateneo, ha segnato anche il debutto del progetto “Note d’inchiostro” (guarda il video) che, come ricorda il professor Reggiani, vuole essere «non un’orchestra stabile, ma una struttura mobile che interagisce, collabora, cresce e fa musica in università, raccogliendo talenti del nostro ateneo; con competenze anche di diversi livelli, ma soprattutto in un clima di condivisione nel segno del novantesimo, nel segno di Newman e nel segno della musica».