Come fanno oggi i giornalisti a selezionare i prodotti editoriali di cui parlare, tra i 180 pubblicati ogni giorno? Come fanno gli 8.400 editori censiti in Italia a ottenere visibilità? "Scegli me. Giornalismo editoriale tra carta e web", ha risposto il 18 aprile in largo Gemelli il secondo appuntamento del ciclo Editoria In Progress. Un'occasione di confronto e dibattito sul tema della trasformazione della comunicazione culturale causata dalla diffusione dei nuovi media. Al discorso introduttivo di Edoardo Barbieri, direttore del master Professione editoria dell'Università Cattolica, è seguito il dibattito tra alcuni ospiti: Umberto Lisiero, blogger esperto di web e social media, autore di News(paper) Revolution (Fausto Lupetti Editore); Paolo Di Stefano, giornalista culturale per il Corriere della Sera; Francesca Santarelli, fondatrice del portale di informazione editoriale Tropico del Libro; Fiammetta Biancatelli, responsabile ufficio stampa di Newton Compton. Ha ideato e moderato l'incontro Paola Di Giampaolo, docente e coordinatrice del master.

Dal confronto è emerso come il web 2.0 abbia rivoluzionato il giornalismo, da un lato stimolando la partecipazione e la reazione dell'utente-lettore, dall'altro rompendo inveterate gerarchie tra gli organi dell'informazione: storiche testate subiscono oggi la concorrenza di siti indipendenti, blog, social network. Internet consente modi di informazione culturale più liberi e proprio per questo più critici e approfonditi, ma la sua estrema democraticità rischia di condurre a una deriva di appiattimento: il giornalista deve invece conservare l'autorevolezza che lo distingue da altre fonti, fungere da filtro delle notizie, interpretarle per il lettore.

Gli editori, dal canto loro, non possono ormai tenersi all'oscuro di quello che succede online, sia perché per promuovere i loro prodotti è indispensabile che se ne parli in rete, sia perché il fenomeno del self-publishing, pure con le sue distorsioni, può costituire un'occasione di scouting: sempre più spesso opere affermatesi con questi mezzi sono poi acquisite da editori che le rendono dei best seller. L'impressione è che, sotto il suo aspetto minacciosamente dispersivo, la rete offra sfide ma anche opportunità a chi fa libri, a chi li legge e li promuove. Bisogna saperle coglierle e trasformarsi. Il ciclo di incontri Editoria in progress è organizzato dal master Professione editoria cartacea e digitale dell'Università Cattolica di Milano e dall'Aie, in collaborazione con Creleb e Progetto Lia. Inaugurato il 21 marzo scorso dalla tavola rotonda "Editoria e fede. Dalla ricerca di senso al best seller", il ciclo si concluderà il 7 maggio con un appuntamento a cura del progetto Lia: "Editoria accessibile: le nuove opportunità del digitale". Per info e materiali: http://master.unicatt.it/milano/editoria.