La famiglia è un caso paradigmatico di "minoranza creativa": se prendesse maggiore coscienza della propria importanza a livello di rapporti personali e di sviluppo sociale, potrebbe contribuire ancora più incisivamente alla costituzione del bene comune in un Paese fortemente frammentato. Della famiglia in questi termini si è parlato lo scorso 15 aprile nell'aula Pio XI dell'ateneo, durante il primo Seminario nazionale in preparazione alla 47esima edizione delle Settimane sociali, nate per volontà del Beato Giuseppe Toniolo, che quest'anno si terrà dal 12 al 15 settembre a Torino. Con la consapevolezza della rilevanza della sfida culturale, e quindi politica, che rappresenta tale appuntamento, il seminario della Cattolica ha anticipato alcuni dei temi che saranno trattati, come emerge chiaramente dall'intervento di monsignor Arrigo Miglio, presidente del comitato per le Settimane sociali.
Dopo il saluto dell'assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, ha introdotto l'incontro Simona Beretta, docente di Economia politica della facoltà di Scienze politiche e sociali, membro del Comitato per le Settimane sociali e coordinatrice del Corso di alta formazione in Dottrina sociale della Chiesa frequentato da una trentina di studenti delle nostra università. «La famiglia è un bene della società - ha affermato -: perciò l'autoconsapevolezza del valore della famiglia può permettere di costruire il bene di tutti. Nelle nostra Università c'è un patrimonio di riflessione argomentata su questo, che è utile far circolare».
Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf) e presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari si è chiesto quante famiglie sentano la vocazione a essere soggetto pubblico. Una famiglia, secondo il sociologo, «deve essere un luogo socialmente buono anche per i figli: educare delle libertà, non dei cloni". E deve aprire i propri confini all'esterno. Occorrono famiglie insieme per fare meglio la propria famiglia e per fare più famiglia nella società». Continua l'analisi Eugenia Scabini, professore emerito di Psicologia sociale e presidente del Comitato scientifico del Centro di Ateneo studi e ricerche sulla Famiglia, riconoscendo che «il discorso sulla famiglia è un discorso controcorrente», mentre «l'essere umano ha bisogno di una lunga cura per diventare umano: l'umanità ha bisogno di precise condizioni per crescere». Per questo è così importante la qualità dei legami familiari: «Il bambino si identifica infatti non solo con il padre o con la madre, ma soprattutto nel legame dei suoi genitori».
Andrea Nicolussi, docente di Diritto Civile nella facoltà di Giurisprudenza e membro del Comitato nazionale per la bioetica, sottolinea come la nostra Costituzione dia grande rilievo alla famiglia, anche connettendo famiglia e lavoro: «Nell'articolo 37, infatti, si capisce che la famiglia non è concepita da sola, ma è importante la struttura nella quale la famiglia è inserita». Inoltre, mettere a tema la dimensione giuridica della famiglia fa risaltare le distinzioni (distinguere è l'arte del diritto): l'uguaglianza e la non discriminazione non significano indifferenza, o cedimento all'ideologia dell'indifferenziato e dell'ibrido.