L'inaugurazione del Centro Nemo Roma al Gemelli. Tra gli altri si riconosco, da sinistra a destra: il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Ignazio Marino, l'assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori e il rettore Franco Anelli

È stato inaugurato al Policlinico universitario A. Gemelli il nuovo Centro Clinico Nemo Roma, una struttura multidisciplinare d’eccellenza per la cura e la ricerca sulle malattie neuromuscolari dei bambini e degli adulti. Queste malattie, di cui oggi si conoscono oltre 150 tipi, tra cui Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), distrofie muscolari, atrofie muscolari spinali, rappresentano un grave problema sanitario poiché colpiscono nel nostro Paese circa 40.000 persone.

Il taglio del nastro è avvenuto il 22 settembre alla presenza del sindaco della Capitale Ignazio Marino, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, del rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli, del direttore generale del Policlinico A. Gemelli Enrico Zampedri e del direttore sanitario del Gemelli Marco Bosio.

All’inaugurazione sono intervenuti il presidente di Nemo Alberto Fontana, Luca Cordero di Montezemolo e Francesca Pasinelli, presidente e direttore Generale Telethon, Massimo Mauro, presidente di Aisla, Luigi Querini, presidente Uildm, oltre a una rappresentanza di Famiglie Sma e di Slanciamoci Associazione Non Profit.

È seguita la tavola rotonda con Mario Melazzini, assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione Regione Lombardia, presidente di Fondazione Aurora Onlus e direttore scientifico del Centro Clinico Nemo di Milano, il professore dell’Università Cattolica Eugenio Mercuri, direttore Scientifico del Nemo Roma, Mario Sabatelli, direttore clinico del Nemo Roma area adulti, e Marika Pane, direttore clinico del Nemo Roma pediatrico.

«L’apertura del Centro Nemo è motivo di orgoglio per l'Ateneo e per il suo Policlinico - ha detto il rettore dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Franco Anelli -. Basta visitarlo per rendersi conto della qualità dell’assistenza che qui si può dare alle persone sofferenti. In questa struttura c’è un elemento, in particolare, che attiene alla missione e alle motivazioni di fondo dell'Università Cattolica e del Gemelli: di fronte alle patologie trattate nel Centro, che dissociano il corpo dal volere, la nostra università deve farsi carico di continuare a preservare l'identità e la dignità della persona che perde parte della propria funzionalità organica. Il perseguimento di questo obiettivo richiede, oltre alla dedizione personale dei sanitari, la presenza di strutture che permettano di garantire un'assistenza di qualità e di tenere desta e alta l'attenzione dell'opinione pubblica verso malattie che al momento non si possono guarire».
 
«La ricerca, coniugata con l'umanità e la passione di medici e ricercatori - ha aggiunto il rettore - , è lo strumento cruciale per dare risposta alle sofferenze di chi è colpito da malattie oggi incurabili. Come ci insegnano gli esperti di crittografia, non c'è codice cifrato che non possa essere svelato. La maggiore complessità di un codice incide essenzialmente sul tempo necessario per decifrarlo. Lo stesso si è verificato in molti casi per le malattie. Quello che conta è quante risorse in termini di attività umana e tecnologia, si impiegano per debellare queste malattie. La nascita di questo Centro rappresenta perciò un passo avanti per trovare la chiave per sconfiggerle. Sarei felice di potere, un giorno, considerare superata e inutile questa struttura: vorrebbe dire che non ce n'è più bisogno, perché queste malattie sono state vinte».