Un evento dedicato alla terra che ha dato i natali a Jazz e blues, l’Africa. Un tributo che ha toccato più sensi grazie alle atmosfere create dalle note al pianoforte del mostro sacro del Jazz mondiale Franco D’Andrea che, insieme al funambolico Mauro Ottolini al trombone e al clarinettista Daniele D’Angaro, ha accompagnato le suggestive immagini del reportage di Pino Ninfa, mago dell’obiettivo dalla spiccata vocazione al sociale.
Il 3 giugno sera alla sede di Piacenza della Cattolica erano in molti ad applaudire “Round about township”, uno dei concerti più inconsueti della dodicesima edizione del Piacenza Jazz Fest, un’esperienza multisensoriale, fatta di piacere per la vista e di magistrale improvvisazione musicale, fusi in un dialogo elegante, talvolta felpato a tratti ironico e divertente.
Uno spettacolo suddiviso in 12 capitoli, destinati a descrivere la vita nelle township, le baraccopoli delle grandi città sudafricane, con immagini capaci di indagare esistenze vissute in condizioni di disagio, ma ricche di forte vitalità, solidarietà e partecipazione: da qui l’energia dei pendolari ritratti all’alba cantare e ballare sui vagoni del treno, da qui i colori accesi di abiti e case, la vitalità delle danze che buca l’immagine e i momenti di festa e preghiera.
Uno sguardo inedito del Sud Africa, emozionante e ricco di spunti di riflessione: una collaborazione, quella tra l’Università Cattolica e il Piacenza Jazz fest, cominciata sotto una buona stella.