Un traguardo prestigioso, quello dei 60 anni di vita del collegio Sant’Isidoro, celebrato con un’intera e densa giornata di festeggiamenti, conferenze e ritrovi tra ex e attuali collegiali, organizzata dall’Associazione degli ex collegiali, da Educatt e dalla direzione della sede di Piacenza dell’Università Cattolica.
Ad aprire i lavori, presso l’auditorium “G.Mazzocchi” della Cattolica, il rettore Franco Anelli che ha ricordato che «dal dopoguerra a oggi il Sant’Isidoro è stato un punto di riferimento per tanti studenti venuti da lontano. Un collegio che rappresenta un modello per la formazione integrale della persona, un elemento fondamentale del più complessivo progetto formativo che l’Università Cattolica è in grado di offrire ai propri studenti».
«Quando la facoltà di Agraria, per volontà di padre Agostino Gemelli, fu aperta a Piacenza, si pose il problema di come proporre agli studenti un'offerta molto specializzata in un centro non metropolitano. Era pertanto necessario – ha proseguito il rettore - creare un punto di aggregazione, un campus ed un Collegio limitrofo all'università e dedicato a Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori. Una decisione innovativa, per l'Italia. Avere un Collegio vicino all'università è una scelta che fa parte del progetto formativo della Cattolica, al fine di offrire ai nostri studenti la possibilità di sviluppare un'esperienza che resterà indelebile nella loro vita anche dopo il termine del percorso di studi».
«Il Sant'Isidoro è un modello per la formazione integrale della persona» ha ribadito nel suo saluto iniziale Angelo Giornelli, direttore Educatt, secondo cui «il collegio è un luogo di relazioni». Nel suo saluto il sindaco di Piacenza Paolo Dosi ha ricordato come le istituzioni piacentine abbiano cercato di «inglobare sempre di più l'università nel tessuto urbano. Siamo grati all'Università Cattolica per la presenza qualificante a Piacenza: continueremo a lavorare insieme».
Spazio poi alla riflessione, prima della S. Messa celebrata dall’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giuliodori, con l’intervento di Pierpaolo Triani, docente della facoltà di Scienze della formazione, su “Il ruolo educativo e formativo delle residenze universitarie”.
«Il sistema dei Collegi - ha spiegato Triani - si è modificato radicalmente nell'arco degli anni, ma sono rimasti immutati alcuni capisaldi. Le persone sono il frutto dell’ambiente cui vivono e hanno necessità di una buona qualità della vita ordinaria. Le residenze e i collegi sono solo punto di partenza per un'esperienza più ricca e coinvolgente, da non vivere in modo solitario. I giovani devono studiare, capire, non solo per superare gli esami. Si studia il mondo per conoscere meglio se stessi. Occorre poi dare spazio alla dimensione del trascendente e disciplinare lo spirito. L'università rappresenta un momento di crescita della vita di ciascuno, sia con l'ampliamento delle competenze sia con la crescita personale e delle relazioni».
«Vogliamo coltivare - ha continuato il professor Triani - un umanesimo integrale, relazionale, trascendente, della fragilità, comunitario e della fraternità, della solidarietà e della speranza. Il Collegio espressione di una comunità educante che non deve mai divenire chiusura e solitudine. Gli studenti sono risorse per l’università e per il territorio locale. Questi sono gli ideali che hanno contraddistinto e continueranno a distinguere il Collegio S. Isidoro”.
Dopo il pranzo è stata la volta del 45° convegno annuale Alumni Cattolica Associazione Necchi, sezione di Agraria. Il pomeriggio è servito per presentare la neonata Associazione degli ex studenti del Sant’Isidoro, con l’intervento della presidente Anna Gianfreda, insieme a Giornelli, Matteo Bergamaschi, direttore del Collegio, e a don Celso Dosi, ex direttore e membro del comitato promotore.
Le immagini “Collegio Sant’Isidoro 1955-2015” hanno raccontato la vita e la storia della struttura; gli ex studenti coordinati da Valentina Malerba lo hanno fatto con le proprie parole. Gran finale con l’aperitivo nella residenza Gasparini, animato dal gruppo musicale degli studenti del Collegio.
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Ospite d’onore della giornata l’ex collegiale e ora eurodeputato Herbert Dorfmann (nella foto), che ha illustrato “Le politiche giovanili europee in materia agro-alimentare”, non prima di aver fatto un breve salto all’indietro nel tempo, tornando a quando era uno studente e alloggiava al Sant’Isidoro. «Ci sono stato per tre anni e ricordo ancora perfettamente molte cose. Don Celso innanzitutto, che conosco da ben trent’anni. I primi studenti di Economia, arrivati in quegli anni, così diversi e più ricchi di noi che frequentavamo Agraria. Non c’erano le ragazze, per cui dovevamo andare in altre residenze universitarie in città per conoscerne qualcuna. C’erano però tanti amici, con i quali si è creato un legame stretto, che permane ancora oggi». Un solo rimpianto, quello di «non essere andato all’estero a fare esperienze lontano dall’Italia. Ero venuto in Cattolica per imparare l’italiano, prima di tutto, ma avrei dovuto girare di più. Ecco qual è il mio consiglio agli studenti: viaggiate per l’Europa».
Sulle politiche agricole l’eurodeputato esprime ottimismo: «Dal ‘62 a oggi l’obiettivo di sfamare la popolazione è stato centrato; la produzione agricola ha fatto passi da gigante». Poi però ammonisce: «C’è tanto lavoro da fare. Oggi dobbiamo misurarci con tutto il resto del pianeta e la distribuzione del cibo è iniqua, con tanti Paesi che soffrono la fame. Sta a noi europei, massimi importatori ed esportatori, farcene carico più di tutti. Perché questo un giorno diventi realtà, serve il contributo dei giovani».