Percorrere un boulevard parigino all’inizio del Novecento, attraversare l’acropoli ateniese del V secolo a.C., oltrepassare la steppa russa dell’Ottocento e inoltrarsi in una favela argentina del terzo millennio: un viaggio alla scoperta di culture e popoli distanti nel tempo e nello spazio, ma spesso vicini nella condivisione di valori che travalicano i confini geografici. Un percorso apparentemente impraticabile nella realtà, eppure realizzabile tra i variopinti scenari del panorama letterario internazionale.
Anche per l’anno 2012 la facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica ha proposto nella sede bresciana un affascinante itinerario culturale in collaborazione con il Ctb, il Teatro Stabile di Brescia, all’interno di Letteratura&Letterature, un progetto giunto ormai alla sua settima edizione dal titolo “Letteratura e Teatro” con il coordinamento scientifico della professoressa Lucia Mor.
Ogni giovedì dal 25 ottobre al 13 dicembre 2012, una sempre gremita Aula Magna Tovini ha accolto numerosi appassionati di letteratura, studenti e insegnanti, tutti desiderosi di addentrarsi nei mondi ritratti da alcuni dei più importanti drammaturghi; a guidare l’esplorazione sono stati docenti dell’Università Cattolica e registi di chiara fama, affiancati da giovani attori che hanno dato voce al pensiero degli autori, recitando alcune tra le scene più significative ed emblematiche.
Se da un lato il contributo di uno studioso offre una chiave di accesso all’opera e al suo autore, dall’altro la recitazione consente al pubblico di entrare direttamente nell’opera stessa, assaporandone lo stile e le peculiarità, spesso con grande impatto emotivo: questa felice combinazione è stata, anche per il 2012, uno dei punti di forza del ciclo di incontri, durante i quali sono state affrontate varie tematiche, talvolta molto complesse e controverse, in una duplice prospettiva che, partendo dal testo, si apre a un più ampio contesto sociale, in cui si parla di letteratura e, a sua volta, la letteratura parla a noi. È proprio questo dialogo che lega personalità e opere letterarie così lontane tra loro, da Eschilo sino al contemporaneo Rafael Spregelburd: la letteratura si fa portavoce di valori, principi e modelli in una visione del mondo e dell’uomo, in cui il lettore e lo spettatore ritrovano i propri, talvolta condividendoli appieno, altre volte rifiutandoli completamente. Tutto ciò è possibile anche in un percorso che inizia più di duemila anni fa e giunge sino a oggi perché, seppur declinato di volta in volta in base a precise coordinate spazio-temporali, l’«universalmente umano» – così Johann Wolfgang Goethe definì la matrice comune a tutte le opere letterarie – ha la capacità di attraversare secoli di storia e di riattualizzarsi secondo la particolare sensibilità di ogni epoca.