Il best seller incontrastato della storia dell'editoria, dalla B42 di Gutenberg a oggi, è la Bibbia, il volume che conta più edizioni, numero di copie stampate e vendute nel mondo. Il libro dei libri insomma in tutti sensi. Tuttavia "editoria e fede" è un connubio che racchiude oggi molte questioni, tanto da diventare il 21 marzo il tema del primo incontro del ciclo "Editoria in progress", organizzato in largo Gemelli a Milano dal master in Professione editoria cartacea e digitale del nostro ateneo e dall'Associazione italiana editori. A confronto i direttori editoriali di tre realtà differenti: Pierluigi Cabri della Edizioni Dehoniane Bologna (Edb), Aurelio Mottola di Vita e Pensiero e Giacomo Perego delle Edizioni San Paolo.
Come ha spiegato Giovanni Cappelletto, coordinatore dell'incontro in qualità di direttore editoriale della casa editrice Centro Ambrosiana e presidente dell'Unione Editori e Librai Cattolici Italiani, fino agli anni '90 il mondo religioso era abbastanza di nicchia e il mercato librario si orientava soprattutto sui percorsi didattici e formativi sulla fede: «Poi ci si è accorti di autori, come per esempio Carlo Maria Martini - scoperto dalla Piemme e poi ricercato da molti editori laici -, capaci di coinvolgere molti lettori, arrivando a vendere centinaia di migliaia di copie. Con alcuni temi si arriva oggi anche al milione di copie e di conseguenza il mercato religioso è diventato improvvisamente interessante per molti editori».
Un settore cronicamente in crisi come l'editoria è sempre alla ricerca di spazi commerciali sicuri e fecondi soprattutto se, come conferma l'ultimo rapporto sulla lettura in Italia, il 46% legge un solo libro all'anno, mentre la percentuali dei lettori forti (più di 12 libri all'anno) arriva solo al 7%. Il dato interessante è che del 46% di lettori, il 13,7% ha letto un libro religioso e sembra, secondo un'indagine Ipsos, che l'identikit del lettore di libri religiosi riguardi soprattutto persone di età compresa tra i 20 e i 53 anni. "Nel mezzo del cammin di nostra vita" il lettore cerca risposte sulla propria vita, "la ricerca di senso" spinge a cercare libri che approfondiscano temi religiosi, per far crescere la fede, oppure per arricchire la propria cultura e trovare nuovi spunti di riflessione.
Un dato confermato da Pierluigi Cabri: «C'è una richiesta ampia di ricerca di senso, l'editore deve rispondere a questa necessità considerando la crisi economica e spirituale». Il ruolo dell'editore è quindi sempre più fondamentale secondo il direttore editoriale Edb: «Le case editrici sono sempre meno case e sempre più non luoghi, tutti tendono a fare tutto, quando invece un piano editoriale specifico è fondamentale, tenendo conto degli indicatori sociali ma anche della loro insufficienza».
Sì, perché le statistiche non possono per natura prevedere l'inaspettato, per cui per esempio, se fino all'elezione del nuovo papa Francesco tutti gli indicatori denunciavano una crisi della fede molto alta, dal venir meno della pratica dei sacramenti allo scollamento delle nuove generazioni sempre più lontane dalla Chiesa, oggi alcune parole come "tenerezza", "custodia dell'altro", "misericordia", "perdono", sono comuni e diffuse e l'interesse attorno a questi temi è cresciuto all'improvviso: «Il fenomeno di papa Francesco rivoluziona la figura stessa del papa e della Chiesa, e l'editore deve accompagnare la domanda di ricerca di senso, deve dare risposte», aggiunge Cabri. Il marchio dell'editore allora è e resta un sigillo di garanzia: «Tocca a noi ridare valore ai libri, il piano editoriale deve superare la cultura dell'usa e getta, che spesso è solo un'illusione, e prestare attenzione alla qualità».
Dello stesso avviso è Aurelio Mottola, secondo cui è importante qualificare una proposta editoriale: «Un editore media un orientamento culturale, una proposta utile per consentire ai librai e ai lettori di orientarsi nel mare magnum della produzione odierna che rischia di essere senza possibilità di decifrazione se non quello che può dare appunto l'editore». VeP è la casa editrice dell'Università Cattolica e ha quindi per sua stessa natura un contesto che la orienta e la determina, è una university press, è di proprietà dell'università e quindi pubblica volumi destinati all'accademia, anche se non mancano i trade books, ovvero libri di saggistica orientati anche a un pubblico più generico. D'altronde è connaturata alla sua fondazione - l'anno prossimo la casa editrice fondata da Agostino Gemelli compie 100 anni - la volontà di offrire una proposta più ampia dell'ambito accademico per sviluppare il sapere della fede in Italia.
«Una scelta lungimirante quella di padre Gemelli» aggiunge Motta, «che gli conferì un orientamento che ha mantenuto in tutti questi anni. L'ispirazione del nostro progetto è quella di declinare l'ispirazione religiosa con una attenzione particolare all'antropologia, alle grandi fonti della fede, la Bibbia e la patristica, per aprirsi alla modernità». Un profilo alto dunque, che costringe a profilare la proposta editoriale come nicchia: «Ma la nicchia è anche un luogo positivo, perché è protetto rispetto alla volatilità del mercato, un contesto oggi molto precario. In particolare il settore della saggistica è uno dei più penalizzati nell'attuale congiuntura di mercato, ci vuole quindi coraggio e inventiva per sopravvivere». Rimane la preoccupazione sulle nuove generazioni, aliene rispetto al paradigma del libro, come alieni per l'editore sono i nativi digitali: «La solitudine del rapporto con il libro è stata sostituita dall'immagine di Matrix, l'uomo che entra nello schermo, il che determina una nuova figura antropologica, tutta da conoscere».
Non di nicchia si può parlare invece con Giacomo Perego, direttore di una realtà editoriale con sedi all'estero e un apparato di media più ampio rispetto ai suoi interlocutori, tanto da poter programmare la creazione di un best seller religioso: «Noi abitiamo con i libri gli spazi di confine senza timore di toccare l'attualità. Non facciamo un'editoria rassicurante, ma soprattutto provocatoria, nel senso letterale di "pro vocatio"». Il best seller nasce quindi da una strategia che trova la sua forza nella collaborazione interna (la San Paolo gestisce anche delle riviste, tra cui "Famiglia Cristiana"), grazie alla quale si possono cavalcare grandi eventi (tra gli ultimi per esempio la morte di Martini, la rinuncia di Benedetto XVI e l'elezione del nuovo Papa) creando contenuti ad hoc, contando sugli autori forti e sulla solidità del gruppo San Paolo per far arrivare il messaggio al pubblico tramite giornali, tv, radio. «La forma della collaborazione ad intra è arricchita dalle collaborazioni ad extra: San Paolo esiste infatti in 18 nazioni nel mondo». Più voci si sommano quindi nell'impasto dei più venduti, con un piano editoriale preciso: «Il nostro obiettivo è quello di costruire un percorso di dibattito culturale, di formazione, proponendo anche incontri dal vivo su temi sociali e laici, dall'economia alla politica, per creare sintonia con i lettori e gli autori. Una casa editrice cresce anche perché si lascia interpellare e la ricerca di senso non va solo interpretata, ma anche ascoltata e ricercata». Chi ricerca trova, chi legge crede, di sicuro nei libri.